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Martedì 23 Dicembre 2025 14:12

Barbanera nell’epoca digitale: tra algoritmi e velocità, l’almanacco resta ‘bussola’ di senso per vecchi e nuovi lettori

Nell’era della velocità e iperconnessione sorprende piacevolmente il filo conduttore dell’anno: “La convivenza felice con...

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Nell’era della velocità e iperconnessione sorprende piacevolmente il filo conduttore dell’anno: “La convivenza felice con gli animali selvatici che abitano le città” e che fanno da cornice a tanti consigli pratici per il verde, buone pratiche quotidiane, spesa e ricette vegetariane di stagione.

 

 

Come ogni anno, nei giorni che precedono il Natale, il Barbanera torna puntuale nelle edicole e sugli scaffali delle librerie (ma anche in rete), portando con sé un invito chiaro: abbracciare uno stile di vita sostenibile fatto di gesti semplici, stagioni da ascoltare, tempi e cicli naturali da rispettare.

Un messaggio che accompagna i lettori da oltre due secoli e mezzo.

 

Nel 2015 l’Almanacco Barbanera è stato inserito nel registro Memory of the World dell’UNESCO per il suo valore universale, in quanto simbolo di un genere letterario che ha contribuito a creare la cultura e l’identità di intere nazioni prima dell’avvento delle moderne forme di comunicazione di massa.

E ancora oggi, l’almanacco più celebre e longevo d’Italia — stampato ininterrottamente dal 1762 — entra in milioni di case italiane, affermandosi come uno dei fenomeni editoriali più sorprendenti nell’epoca dei social network e dell’intelligenza artificiale.

 

L’edizione 2026

Per il 2026, il Barbanera invita a osservare con occhi nuovi le città: tra tetti, strade, parchi e piazze si muove una fauna selvatica sorprendente che abita insieme a noi gli spazi urbani: gheppi, istrici, cinghiali, rospi, volpi, scoiattoli. Una “animalopoli” nascosta agli sguardi distratti, che il saggio Barbanera e l’amico Silvano ci guidano a conoscere e rispettare, con curiosità e consigli pratici, in dialoghi che mescolano saggezza e sorriso.

Tra le sue pagine ci sono poi le previsioni meteo, il calendario dei lavori di casa e di giardino, il lunario biodinamico, le ricette vegetariane di stagione e suggerimenti per il benessere quotidiano. Ogni mese ha i suoi protagonisti: ortaggi, frutta, erbe spontanee, fiori e funghi.

Tra proverbi, lavori dell’orto e curiosità, il Barbanera 2026 è arricchito da originali illustrazioni, firmate quest’anno da Valeria Biasin, illustratrice veneta che ha reinterpretato con vivacità le antiche xilografie popolari che animavano gli antichi lunari.

 

 

Controtendenza, reazione o provocazione rispetto al digitale? Perché, nonostante tutto, così tante persone continuano a comprare un almanacco cartaceo e ad affidarsi ai suoi consigli?

Risponde Luca Baldini, direttore editoriale del Barbanera. 

 

“È un po’ come chiedersi perché tante persone continuino a coltivare rose nei propri giardini a dispetto del cemento o a leggere romanzi al tempo di TikTok.

Sono le nostre radici, veniamo da lì, e il futuro non è soltanto un andare avanti ma è anche sempre un tornare a casa, un ri-conoscersi. E un almanacco è esattamente un luogo dove riconoscersi, un libro che unisce alla misura di un anno la narrazione di ciò che intorno a quel tempo va a comporre la nostra identità, riconnettendoci con la natura. A volte ci illudiamo che la perfezione sia nella quantità delle cose o delle informazioni di cui disponiamo. In realtà ad essere fondamentali è il modo di utilizzarle e le connessioni tra loro che siamo in grado di creare. Ecco allora che all’intelligenza artificiale dovremmo pensare di poter non opporre, ma sovrapporre una empatica intelligenza umanistica che ci dica cosa sia più importante e bello per noi e per il pianeta.

Avere un piccolo orto, preparare un dolce tipico per una festa, avere cura della quotidianità diventano tutti modi, percorribili perché semplici, per riallinearci al respiro del mondo. Potrà sembrare banale o semplicistico, ma cessa di esserlo quando ci rendiamo conto che di fronte a un mondo sempre più ricco di strade e di crocicchi, rischiamo di non avere più una mappa che ci aiuti a mettere in fila i nostri piccoli passi secondo un cammino che guardi a mete umane e personali e non solo alle poche stazioni fissate sulle rotaie dell’alta velocità”.

 

Chi era davvero Barbanera?

Filosofo, astrologo, eremita e conoscitore di erbe, ​il leggendario Barbanera a Foligno, nel 1762, diede alle stampe il suo primo lunario. Con la lunga barba nera e lo sguardo curioso rivolto alla natura, Barbanera custodiva segreti e consigli che ancora oggi ci accompagnano. Si dice che osservasse il cielo nelle notti limpide, che conoscesse il linguaggio delle piante e che sapesse leggere il tempo nei segni della natura.

 

Gli amanti della carta e del genere almanacchistico possono prenotare, a Spello (PG), una visita nella Fondazione Barbanera 1762, una casa della memoria nata nel 2002 dal sogno dell’editore Feliciano Campi: dare una casa alla tradizione plurisecolare degli almanacchi, che proprio nel Barbanera trova il suo maggiore erede e continuatore.

La Fondazione custodisce la più ricca collezione di lunari e almanacchi al mondo, che oggi sono anche liberamente consultabili in rete su 
www.bibliotecabarbanera.it
.

 

Accanto agli almanacchi, gli scaffali raccontano la suggestiva storia dell’editoria popolare attraverso libri e libretti, riviste e fogli volanti, testi di astronomia e astrologia, botanica e medicina popolare. Oltre 50.000 documenti che conservano il sapere e anche la fantasia di secoli, restituendoci il fascino di un genere antico e sorprendentemente attuale. Sfogliarli significa viaggiare tra le attese e le speranze delle generazioni che ci hanno preceduto, scoprendo come, anno dopo anno, gli almanacchi abbiano tenuto viva la tradizione, senza mai smettere di parlare al presente. E ogni nuova edizione del Barbanera ne è la prova: un filo che lega passato, presente e futuro.

 

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