Giovedì 25 Dicembre 2025 13:12
???? La “Banda degli Onesti 2.0”: ad Acilia una stamperia di soldi falsi
Ad Acilia smantellata una vera e propria stamperia di soldi falsi, gestita da un esperto informatico di 31 anni. L’operazione svela una rete di produzione e distribuzione di banconote false per un valore stimato di circa un milione di euro, collegamenti con Europa e criptovalute, e mette in luce l’evoluzione del fenomeno criminale nella transizione…
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Ad Acilia smantellata una vera e propria stamperia di soldi falsi, gestita da un esperto informatico di 31 anni. L’operazione svela una rete di produzione e distribuzione di banconote false per un valore stimato di circa un milione di euro, collegamenti con Europa e criptovalute, e mette in luce l’evoluzione del fenomeno criminale nella transizione digitale e nei mercati sommersi.
Nella periferia di Roma, ad Acilia, una vicenda che sembra uscita da una sceneggiatura cinematografica ha trovato sangue, sudore e carcere nella realtà. In una casa apparentemente normale, un uomo di 31 anni, esperto informatico, aveva allestito una vera e propria stamperia di banconote false, che stampava e distribuiva tagli di euro perfino sofisticati grazie a strumenti digitali all’avanguardia. La comparazione con la celebre commedia “La banda degli onesti” — dove Totò e Peppino tentavano di fare soldi facili con la stampa di banconote — è inevitabile, ma quello che è stato scoperto dai Carabinieri del Nucleo Operativo Antifalsificazione Monetaria è ben più di una buffa analogia cinematografica: è una rete criminale reale, con ramificazioni transnazionali e strumenti tecnologici inediti.

L’operazione, coordinata dalla Procura di Roma e condotta con l’appoggio di Europol e delle polizie di Austria e Spagna, è culminata nell’arresto in flagrante dell’uomo mentre stava preparando una spedizione di banconote false — in prevalenza tagli da 50 euro — per un valore di circa 7.300 euro. La successiva perquisizione ha rivelato una vera e propria stamperia domestica: computer potenti, stampanti digitali di alta gamma, software grafici professionali e i “progetti” necessari per creare copie credibili delle banconote.
Nel salotto, oltre agli strumenti di stampa, gli investigatori hanno trovato banconote di 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro in varie fasi di produzione. Il valore nominale complessivo stimato dei biglietti falsi già prodotti si aggira attorno al milione di euro.
Non si trattava di una passione solitaria o di un hobby: l’uomo aveva attivato una rete di distribuzione internazionale, utilizzando anche i social media per trovare clienti e negoziare transazioni. Per ricevere i pagamenti, non usava contanti ma criptovalute come Litecoin e USDT, gestite tramite un wallet elettronico poi sequestrato dai Carabinieri.
Il ricorso alle criptovalute non è un dettaglio secondario: indica una declinazione moderna e sofisticata del crimine economico. L’utilizzo di wallet digitali per ricevere pagamenti in moneta virtuale rende più difficile rintracciare i flussi economici illeciti, riflettendo la nuova frontiera del riciclaggio e della vendita di prodotti illegali. Nel corso della perquisizione sono stati trovati circa 21.000 euro in contanti, ritenuti frutto di “cash-out” delle criptovalute raccolte dai clienti.
La scelta di puntare sulle banche digitali e le criptovalute rende più “flessibile” il business, ma non immune all’opera di controllo delle forze dell’ordine, che hanno integrato le indagini digitali con le tecniche tradizionali di monitoraggio postale e di movimenti sospetti.

Le indagini, iniziate a settembre 2025, hanno mostrato come la rete di “Mister Falsario” non si limitasse all’Italia. Pacchi postali contenenti banconote false sono stati intercettati in Austria, Pesaro, Torino e Terni in diverse occasioni, dalla polizia italiana e dalle forze straniere collaboranti. In alcuni casi, destinatari di banconote contraffatte sono stati arrestati durante i tentativi di ritiro.
Secondo gli inquirenti, la presenza di terminali di distribuzione in più Stati europei evidenzia come questa operazione fosse parte di una rete più ampia, che potrebbe aver ricevuto e inviato banconote in tutta l’Eurozona. La natura transnazionale della questione sottolinea anche l’importanza di collaborazioni investigative tra paesi e di strumenti di cooperazione come quelli offerti da Europol.
La contraffazione monetaria non è un crimine “ludico”: ha conseguenze serie sull’economia. Anche se le quantità sequestrate non sono tali da destabilizzare l’euro o il sistema finanziario, l’immissione di valuta falsa nell’economia reale può compromettere la fiducia nei pagamenti cartacei, alterare i meccanismi di scambio e, soprattutto, costituire un mezzo per finanziare attività illecite.
Gli investigatori ricordano che le banconote autentiche sono dotate di numerosi elementi di sicurezza fisici e digitali difficilmente riproducibili con strumenti amatoriali. Tuttavia, il progresso tecnologico offre strumenti grafici sempre più sofisticati, rendendo più complessa la distinzione tra vero e falso.
La scoperta di una stamperia di banconote false in una casa privata non è un caso isolato nella cronaca europea. In passato, operazioni simili avevano portato alla luce reti di produzione e vendita di valuta contraffatta in diverse nazioni, con sequestri di banconote e arresti in Italia e all’estero. Queste operazioni mostrano come la contraffazione si sia evoluta, passando da stampe artigianali grossolane a produzioni digitali di alta qualità, spesso con distribuzione tramite internet e pagamento tramite strumenti finanziari non tradizionali.
La timbrica sociale di “Banda degli Onesti”, reso immortale dalla commedia italiana, ironizzava sul desiderio popolare di fare soldi facili. Oggi, la realtà criminale combina tecnologia digitale, reti social e finance decentralizzata per creare falsi denari con sorprendente qualità e diffusione.
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