Martedì 13 Ottobre 2020 09:10
Uomo senza meta
da 17/10/20 a 25/10/20
Teatro Argentina - Teatro di Roma
Uomo senza meta
di Arne Lygre
traduzione Graziella Perin
regia Giacomo Bisordi
personaggi e interpreti
Pietro – Francesco Colella, Fratello – Aldo Ottobrino,
Moglie – Monica Piseddu, Figlia – Anna Chiara Colombo
Sorella – Silvia D’Amico, Proprietario / Assistente – Giuseppe Sartori
Con la nuova produzione del Teatro di Roma, Giacomo Bisordi affronta la scrittura concisa di Arne Lygre, autore e drammaturgo norvegese ancora poco conosciuto in Italia. Nel suo Uomo senza meta, Pietro è un imprenditore di successo che decide di mollare tutto per fondare una città, la migliore possibile. L’utopia si realizza e trent’anni dopo ritroviamo Pietro malato, circondato da quelli che per anni hanno vissuto unicamente per lui: che ne sarà di loro alla scomparsa di Pietro? Qual è il destino di esseri umani che hanno delegato il proprio senso nel mondo a qualcun altro? Per dar vita a questa storia - microsaga familiare e favola politica allo stesso tempo - l’allestimento rispecchia il distacco emotivo dei personaggi, amplificandolo. La solitudine riempie la scena, evidenziata dalle norme di prescritto distanziamento che i sei interpreti hanno attraversato nella fase di prove e che li ha sostenuti in un’indagine sull’individualismo più esasperato. Con incredibile precisione e dettaglio, la scrittura drammaturgica minimalista di Lygre fa parlare i personaggi per frasi contratte, quasi mozzate. È questa capacità di restituire un mondo di alienazione, segnato da un sistema economico che deforma gli affetti e punta a distruggere ogni capacità di condivisione, che fa di Lygre uno dei massimi autori contemporanei.
di Arne Lygre
traduzione Graziella Perin
regia Giacomo Bisordi
personaggi e interpreti
Pietro – Francesco Colella, Fratello – Aldo Ottobrino,
Moglie – Monica Piseddu, Figlia – Anna Chiara Colombo
Sorella – Silvia D’Amico, Proprietario / Assistente – Giuseppe Sartori
Con la nuova produzione del Teatro di Roma, Giacomo Bisordi affronta la scrittura concisa di Arne Lygre, autore e drammaturgo norvegese ancora poco conosciuto in Italia. Nel suo Uomo senza meta, Pietro è un imprenditore di successo che decide di mollare tutto per fondare una città, la migliore possibile. L’utopia si realizza e trent’anni dopo ritroviamo Pietro malato, circondato da quelli che per anni hanno vissuto unicamente per lui: che ne sarà di loro alla scomparsa di Pietro? Qual è il destino di esseri umani che hanno delegato il proprio senso nel mondo a qualcun altro? Per dar vita a questa storia - microsaga familiare e favola politica allo stesso tempo - l’allestimento rispecchia il distacco emotivo dei personaggi, amplificandolo. La solitudine riempie la scena, evidenziata dalle norme di prescritto distanziamento che i sei interpreti hanno attraversato nella fase di prove e che li ha sostenuti in un’indagine sull’individualismo più esasperato. Con incredibile precisione e dettaglio, la scrittura drammaturgica minimalista di Lygre fa parlare i personaggi per frasi contratte, quasi mozzate. È questa capacità di restituire un mondo di alienazione, segnato da un sistema economico che deforma gli affetti e punta a distruggere ogni capacità di condivisione, che fa di Lygre uno dei massimi autori contemporanei.
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