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Mercoledì 21 Ottobre 2020 15:10

Sampietrini circolari

Passaggi pedonali indelebili realizzati a via Giulia con un materiale composto al 70% da gres porcellanato e al 30% dagli scarti dell’inceneritore di San Vittore: un esempio di economia circolare che viene da un'azienda di Anagni

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In una Capitale che pare sempre meno consapevole e convinta del proprio ruolo, una città per molti versi marginale che non sperimenta, che non innova, che non rischia, dove le istituzioni spesso sono impegnate a rallentare invece che accelerare le trasformazioni, capita di venire a conoscenza di qualche sparuta ma buona notizia.
Ottobre 2020, Primo Municipio. L’amministrazione municipale chiama la
Saxa Gres
a rifare le strisce pedonali di Via Giulia, una delle vie più importanti e di maggiore pregio del centro. E fin qui, si può pensare che sia un normale intervento di manutenzione ordinaria della segnaletica orizzontale, anche se effettivamente a Roma sarebbe già una notizia. E invece no. Perché la Saxa Gres è una fabbrica di ceramica, ceramica speciale, non un’azienda che si occupa di segnaletica stradale. Che a via Giulia ha installato strisce pedonali indelebili, composte da una moltitudine di nuovi sampietrini di colore bianco. Strisce che non si scoloriranno alle prime piogge o al primo gelo, ma che dureranno finché durerà la pietra: o meglio, la ceramica innovativa di cui sono composti.



Benvenuti nell’innovazione, benvenuti nella Roma a economia circolare. Perché questo nuovo sampietrino non viene dalle cave dell’India o della Turchia, non ha viaggiato per migliaia di chilometri. Viene da Anagni, praticamente un sampietrino a chilometri 0, ed è un prodotto dell’industria locale, non di un’industria estrattiva e predatoria nei confronti della natura. Si chiama Grestone, è un prodotto brevettato, frutto di ricerca e determinazione imprenditoriale. Si tratta infatti di un conglomerato composto al 70% da gres porcellanato e al 30% dagli scarti dell’inceneritore, nella fattispecie dell’inceneritore di San Vittore del Lazio. Perché si può arrivare a riciclare anche le ceneri degli inceneritori, la Saxa Gres lo ha fatto e ora vende soprattutto all’estero, mentre l’italia rappresenta il 5-10% delle sue commesse.
L’iniziativa promossa e amplificata dal Primo Municipio ha un valore strategico, perché mostra le potenzialità di interventi di riqualificazione urbana all’insegna di prodotti tipici dell’economia circolare. Interventi che peraltro non hanno costi superiori a quelli realizzati con la materia prima naturale, ma che rappresentano, di per sé, un vero e proprio investimento, in una logica di lungo periodo. Dato che necessita di minore manutenzione, il Grestone si ripaga ampiamente nel tempo.
A parte via Giulia, la Saxa Gres è intervenuta a Roma solo in un altro spazio urbano: la pavimentazione antistante l’Ospedale Sant’Eugenio. Entrambi gli interventi sono però limitati, marginali: in questo ultimo caso l’appalto è stato gestito dal SIMU, il dipartimento dei lavori pubblici del Comune di Roma..

E proprio questo introduce al grande tema dell’economia circolare e degli appalti della Pubblica Amministrazione. Se vogliamo sviluppare questo settore al di là della buona volontà e della genialità degli imprenditori, occorre introdurre negli appalti i cosiddetti CAM, Criteri Ambientali Minimi, e quindi finalmente implementare il GPP, Green Public Procurement, gli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni.
La legislazione in materia è molto avanzata, sono le amministrazioni periferiche ad essere in grave ritardo. Non c’è dubbio che uno dei binari sui quali passerà il rilancio materiale e morale della Capitale sarà quello di vincere la sfida dell’economia circolare. Che è un vero e proprio cambio di paradigma, non un semplice aumento della raccolta differenziata. 



 

 

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