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Lunedì 30 Novembre 2020 09:11

Il Papa: «Quando non sarai più il pastore ma solo “l’eminenza”, sarai fuori strada»



Il Concistoro al tempo della pandemia. Con la mascherina e senza l’abbraccio dei cardinali di antica creazione, con i collegamenti video per i porporati impossibilitati a raggiungere Roma e senza le visite di cortesia. Il settimo concistoro di Papa Francesco, che ha creato 13 nuovi cardinali, di cui 9 elettori e 4 ultratottantenni (e dunque […]

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Il Concistoro al tempo della pandemia. Con la mascherina e senza l’abbraccio dei cardinali di antica creazione, con i collegamenti video per i porporati impossibilitati a raggiungere Roma e senza le visite di cortesia. Il settimo concistoro di Papa Francesco, che ha creato 13 nuovi cardinali, di cui 9 elettori e 4 ultratottantenni (e dunque esclusi dal prossimo conclave), si è tenuto sabato 28 novembre all’altare della Cattedra nella basilica vaticana, con una presenza di pubblico limitata a un centinaio di fedeli, presbiteri e laici, tutti al seguito dei nuovi porporati. Erano assenti a motivo della situazione sanitaria i cardinali Cornelius Sim, vicario apostolico di Brunei, e Jose Fuerte Advincula, arcivescovo di Capiz (Filippine), che riceveranno berretta e anello nei loro Paesi. La cerimonia si è svolta nella maniera consueta, eccezion fatta per il tradizionale abbraccio che i nuovi cardinali ricevono dagli altri membri del Collegio. Il saluto iniziale è stato rivolto al pontefice dal cardinale Mario Grech, vescovo emerito di Gozo e segretario generale del Sinodo dei vescovi, che ha rivolto il suo pensiero «ai “fratelli tutti” che sono nella prova» per la pandemia e ha insistito molto sulla sinodalità messa al servizio della “Chiesa in uscita”.

Il Papa ha tenuto la sua omelia commentando un passo del Vangelo di Marco, in particolare sulla richiesta degli apostoli Giovanni e Giacomo di sedere alla destra e alla sinistra di Gesù. Un passo che ha permesso al pontefice di ricordare come «tutti noi vogliamo bene a Gesù, tutti vogliamo seguirlo ma dobbiamo essere sempre vigilanti per rimanere sulla sua strada. Perché con i piedi, con il corpo possiamo essere con Lui ma il nostro cuore può essere lontano e portarci fuori strada». Poi ha aggiunto a braccio: «Pensiamo a tanti generi di corruzione nella vita sacerdotale. Così, ad esempio, il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione. E tu non sarai più il pastore vicino al popolo, sentirai di essere soltanto “l’eminenza”. Quando tu sentirai questo, sarai fuori strada». Inevitabile pensare agli episodi che negli ultimi tempi hanno afflitto il Collegio cardinalizio.

Parlando della strada, il contesto in cui si svolge il racconto evangelico, il Papa ha affermato che «è l’ambiente in cui sempre si svolge il cammino della Chiesa: la strada della vita, della storia, che è storia di salvezza nella misura in cui è fatta con Cristo. La croce e la risurrezione appartengono alla nostra storia, sono il nostro oggi ma sono sempre anche la meta del nostro cammino. Gesù – ha proseguito – non abbandona mai i suoi amici; non li trascura mai. Anche quando sembra che vada dritto per la sua strada, Lui sempre lo fa per noi». E Gesù stesso «si identifica con questa strada, al punto che Lui stesso è questa strada. “Io sono la via”. Questa via, e non un’altra». Al contrario, la richiesta di Giovanni e Giacomo «è un’altra strada. Non è la strada di Gesù, è un’altra. È la strada di chi, magari senza nemmeno rendersene conto, “usa” il Signore per promuovere sé stesso; di chi – come dice San Paolo – cerca i propri interessi e non quelli di Cristo». Ma il Signore «non si altera, non si arrabbia. La sua pazienza è davvero infinita. Anche con noi, c’è stata, c’è pazienza e ci sarà. E risponde: “Voi non sapete quello che chiedete”. Li scusa, in un certo senso, ma contemporaneamente li accusa: “Voi non vi rendete conto che siete fuori strada”. In effetti, subito dopo saranno gli altri dieci apostoli a dimostrare, con la loro reazione sdegnata verso i figli di Zebedeo, quanto tutti fossero tentati di andare fuori strada».

In questo racconto evangelico, ha continuato il Papa, «ciò che sempre colpisce è il netto contrasto tra Gesù e i discepoli. Gesù lo sa, lo conosce e lo sopporta. Ma il contrasto rimane: Lui sulla strada, loro fuori strada. Due percorsi inconciliabili. Solo il Signore, in realtà, può salvare i suoi amici sbandati e a rischio di perdersi, solo la sua Croce e la sua Risurrezione». E ha concluso: «Anche se i Dodici vi fanno una brutta figura, questo testo è entrato nel Canone perché mostra la verità su Gesù e su di noi. È una Parola salutare anche per noi oggi. Anche noi, Papa e cardinali, dobbiamo sempre rispecchiarci in questa Parola di verità. È una spada affilata, ci taglia, è dolorosa ma nello stesso tempo ci guarisce, ci libera, ci converte. Conversione è proprio questo: da fuori strada, andare sulla strada di Dio».

Al termine del rito, il Papa e i nuovi cardinali hanno fatto visita al Papa emerito, nella cappella del monastero “Mater Ecclesiae”. In un clima di affetto, i porporati sono stati presentati individualmente a Benedetto XVI che ha espresso la propria gioia per la visita e, dopo il canto del Salve Regina, ha impartito loro la benedizione.

30 novembre 2020

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