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Lunedì 25 Gennaio 2021 10:01

Lucio Fontana | Osvaldo Borsani

da 21/10/20 a 03/04/21

Mattia De Luca Gallery

L’esposizione si propone di ripercorrere il sodalizio creativo fra l’architetto designer Osvaldo Borsani (1911-1985) e il celebre artista Lucio Fontana (1899-1968), tramite gli esiti materiali più alti di questa collaborazione che hanno visto la luce tra la fine degli anni Quaranta, momento del ritorno di Fontana in Italia, e gli anni Cinquanta. Una mostra immersiva in cui sono esposte opere esemplari di questo periodo, molte delle quali appartenenti alla realizzazione della Casa G., con il fine di ricostruire integralmente all’interno dello spazio espositivo uno dei rari ambienti abitativi creati da Osvaldo Borsani e Lucio Fontana.

Un rapporto nato dalla capacità di queste due fondamentali figure dell’arte e dell’architettura italiana di muovere oltre i rispettivi percorsi creativi, per approdare ad una nuova destinazione in cui i vincoli e i confini delle diverse discipline sono stati superati per dare luogo ad una libera ricerca formale densa di carica creativa. La fusione di queste due visioni tecniche ha generato una visione ambientale in cui le diverse parti concorrono alla realizzazione di una idea di ambiente armonioso e inclusivo. Questa ridefinizione ambientale degli interni è plasmata dalla convivenza degli elementi Barocchi e Spazialisti di Fontana e dall’approccio tecnologico ed estetico di Borsani: tra il 1947 e il 1956 si realizzano diversi progetti d’interni in cui la sperimentazione porta alla creazione di ambienti in cui le superfici e gli spazi si dilatano e armonizzano, attraverso un raffinato lavoro plastico costituito di elementi figurati e astratti a testimonianza del rapido e fondamentale passaggio compiuto in parallelo dai due artisti fra due epoche, due stili, due mondi.

Nasce così il celebre Soffitto del 1949, interamente riallestito negli spazi della galleria Mattia De Luca, pregiato esempio di decorazione scultorea totale in cui convivono gli elementi tradizionali e moderni della ricerca di Fontana: le spirali spazialiste e il grande elemento barocco insieme all’utilizzo del neon, scultura di luce aerea, che porterà Fontana agli storici esemplari degli anni Cinquanta.

Presente anche il Mobile Bar dello stesso anno, che ha ricoperto un ruolo importante nella concezione spaziale voluta da Borsani e Fontana: luogo centrale di questa sperimentazione creativa, in cui gli elementi costruttivi incontrano il linguaggio più classicista di Fontana.
Di quest’ultimo, presente in mostra un nucleo di opere scultoree nate in occasione di questa amicizia, esempi apicali della tecnica ritrattistica dell’artista argentino e delle sue riletture dei temi equestri.

Il percorso espositivo si chiude con la presentazione dei disegni originali di Fontana, realizzati nel 1956 per il progetto della facciata del Palazzo Tecno di Milano voluto da Osvaldo Borsani, la cui esecuzione ancora oggi incornicia il primo piano dell’edificio della storica sede, e un cospicuo corpo di opere e di arredi coevi che permettono di ampliare lo sguardo su questo importante periodo di compenetrazioni e reciproche influenze delle arti italiane.

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