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La legge

Gioacchino Belli

Nè de me nè de te ssanno ste carte
St'editti de gabbelle e giubbilei,
Ste ladrerie, sti giubbilate-dei
Dove er Papa vò ssempre la su' parte.

Aveva ppiù ggiudizzio Bonaparte,
Che ssenza tanti giri e ppiaggnistei
Diceva ar monno: "Questo tocca a lei";

Er papa è certo una perzona dotta,
Ma 'gniquarvorta prubbica una legge,
Fa come la padella: o ttigne, o scotta.

Cusì: Viva er Pastor, viva la gregge,
Viva er cucchiere e l'animal che ttrotta,
Viva chi scrive e buggiarà chi legge.

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