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Natale de guerra

Trilussa

Ammalappena che s'è fatto giorno
la prima luce è entrata ne la stalla
e er Bambinello s'è guardato intorno.
— Che freddo, mamma mia! Chi m'aripara?
Che freddo, mamma mia! Chi m'ariscalla?
— Fijo, la legna è diventata rara
e costa troppo cara pe' compralla...
— E l'asinello mio dov'è finito?
— Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: è requisito.
— Er bove? — Puro quello
fu mannato ar macello.
— Ma li Re Maggi arriveno? — È impossibbile
perché nun c'è la stella che li guida;
la stella nun vô uscì: poco se fida
pe' paura de quarche diriggibbile... —

Er Bambinello ha chiesto: — Indove stanno
tutti li campagnoli che l'antr'anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c'è neppure un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta...

— Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pe' vanga la terra
adesso vié addoprata unicamente
per ammazzà la gente...
Guarda, laggiù, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi? —

Ner di' così la Madre der Signore
s'è stretta er Fijo ar core
e s'è asciugata l'occhi co' le fasce.
Una lagrima amara per chi nasce,
una lagrima d'órce per chi more...

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