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Lunedì 7 Giugno 2021 12:06

Roma-Lido, la freccia del mare che annega tra disagi e liti politiche




Dal 2015 al  2018 ha avuto il poco invidiabile primato di essere stata nominata ‘peggiore ferrovia d’Italia’  da Pendolaria, il rapporto di Legambiente sulle ferrovie italiane.

“La Roma-Lido è ancora la peggiore d’Italia perché nessun cambiamento è avvenuto e nessun  cambiamento è alle porte. La linea vede ancora gli stessi problemi e una situazione del servizio davvero vergognosa per i ritardi e per la situazione di degrado in cui versano le  stazioni” – scriveva Legambiente nel 2018 – “gli investimenti nel materiale rotabile non si  sono ancora visti, così come gli impegni di rilancio della linea con lo stanziamento di risorse aggiuntive di cui non si ha notizia”. 

La peggiore ferrovia d’Italia

Al centro delle critiche, la riduzione dei treni a disposizione e la loro età, non proprio di primo pelo.

Nel 2018, prima della crisi globale del coronavirus e prima dei problemi che di riflesso  hanno riguardato la domanda di trasporto pubblico, gli utenti della Roma-Lido erano circa  55mila, quasi la metà rispetto ai 100mila degli anni precedenti. Una contrazione che molti  osservatori attribuiscono proprio allo stato in cui si trova la linea. Poi, nel 2019 la Roma Viterbo ha tolto alla Roma-Lido lo scettro di peggiore linea ferroviaria del Lazio, un primo  posto confermato dalla Roma Nord anche nel 2020.

Tra le cause più frequenti dei disagi le  corse saltate che provocano code e assembramenti – problematici in tempi ordinari,  intollerabili in epoca di pandemia – ma anche grotteschi furti di rame sulla linea. Furti che  spesso non compromettono la sicurezza di passeggeri e dipendenti Atac, visto che i sistemi  automatici di controllo della marcia rilevano infatti l’anomalia e impongono il rallentamento  dei treni sino al termine dell’intervento tecnico di ripristino, ma che comunque provocano  rallentamenti e disagi. 

Ma sono altre le cause possibili che avrebbero potuto generare non solo problemi di  sicurezza, ma vere e proprie tragedie. Il 2 aprile 2021, infatti, tra i Torrino e Vitinia, nei pressi  della stazione Tor di Valle, un cavo elettrico danneggiato – si suppone per usura – ha ceduto  improvvisamente e ha provocato esplosioni e fiamme con il treno regolarmente in esercizio,  dunque con all’interno passeggeri terrorizzati. Un incidente che fortunatamente non ha  causato vittime. 

Le ‘battaglie’ dei pendolari

Come nel caso della Roma-Viterbo, anche la Roma-Lido può fare affidamento su un comitato pendolari combattivo, in prima linea su vari fronti per far sì che le istituzioni non ignorino i problemi della ferrovia.

Attivo sui social ma anche nell’organizzare manifestazioni e sit-in,  quotidianamente il Comitato pendolari Roma Ostia segnala ascensori non funzionanti, la mancata accessibilità per utenti con problemi di mobilità ma anche le frequenti  “rimodulazioni del servizio” a causa dell’assenza di materiale rotabile.

A metà aprile 2021 il  comitato ha convocato un’assemblea pubblica a Dragona dove ha affrontato i temi – a suo  avviso – più urgenti per il presente e il futuro della linea. In primis, i pendolari denunciano il mancato rispetto delle misure di sicurezza anti-covid provocato dall’assenza di distanziamenti, l’assenza del potenziamento delle corse, la mancata igienizzazione dei vagoni  e di un sistema di conteggio per verificare il numero dei passeggeri a bordo. Poi, il comitato se  la prende con il gestore, Atac, considerato “corresponsabile dei cantieri fermi da tre anni e  mezzo, come Acilia Sud-Dragona e Tor di Valle, opere previste addirittura dall’Accordo di  Programma tra Stato e Regione nel 2002”.

Infine, i pendolari si chiedono se il contratto di servizio tra Atac e Regione – scaduto nel 2019 – sia stato prorogato o rinegoziato e quando effettivamente avverrà il passaggio di gestione da Atac ad Astral e Cotral.

Nel caso della Roma Viterbo, un trapasso previsto per luglio 2021, in quello della Roma-Lido il primo gennaio  2022. In entrambi i casi, i pendolari sono scettici sul reale rispetto dei termini.

Ma un’altra grande partita riguarda la trasformazione della ferrovia Roma-Lido in  metropolitana.

Sin dagli anni Sessanta, il Piano generale regolatore dei trasporti parlava di  Roma-Lido come Linea E, un passaggio da ferrovia a metropolitana che tuttavia sfumò anche un ventennio successivo per l’assenza di fondi derivante dalla realizzazione della Metro A. Negli ultimi anni, tuttavia, il tema della “metropolizzazione” della Roma-Lida è tornato in  auge, con l’idea di rendere metropolitana il percorso da Ostia a Porta San Paolo per poi  interrare la linea e metterla in parallelo alla linea B seguendo le fermate fino a Bologna, per  poi incorporare il percorso della linea B1 fino a Jonio. Un’idea avallata dall’amministrazione Raggi e inclusa nel 2019 nel Piano Urbano della mobilità sostenibile che tuttavia sta  incontrando la resistenza della Regione Lazio.

In un commento apparso su Facebook ad aprile 2021, l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri ha usato queste parole per  descrivere lo stato dell’arte – lato Regione- della Roma Lido: “cronoprogramma organico di  trasformazione non c’è perchè quella è una ferrovia regionale e la Regione non vuole  trasformarla in metropolitana. Chi vuole farlo – ha precisato Alessandri, riferendosi sempre  alla trasformazione in linea E – deve semmai porsi il tema di dialogare con la Regione e  convincere, dati alla mano, presentando robusti piani di intervento, fase mai iniziata”.

Ma la  partita per la Linea E appare tutt’altro che chiusa, visto che oltre all’amministrazione Raggi, anche uno dei contendenti come Carlo Calenda spinge per la trasformazione della ferrovia Roma-Lido in metropolitana.

da Radio Colonna





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