Checco Durante, voce e anima della Roma popolare. Nato a Roma nel 1893 nel rione Trastevere, Checco Durante è stato una delle figure più rappresentative della cultura romanesca del XX secolo. Poeta, attore e regista, Durante è stato un autentico interprete della Roma popolare e tradizionale, capace di raccontarla con passione e impegno sociale. La sua […]

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Nato a Roma nel 1893 nel rione Trastevere, Checco Durante è stato una delle figure più rappresentative della cultura romanesca del XX secolo. Poeta, attore e regista, Durante è stato un autentico interprete della Roma popolare e tradizionale, capace di raccontarla con passione e impegno sociale. La sua vita e la sua opera si intrecciano profondamente con la città che amava, e che ha celebrato in ogni sua creazione, rendendola una delle sue principali fonti di ispirazione.

Cresciuto in un ambiente ricco di tradizioni popolari e culturali, Checco Durante ha sviluppato fin da giovane un forte legame con la poesia, la narrativa e il teatro. Il suo esordio letterario avviene con la raccolta di poesie “Acquerelli“, di cui fa omaggio a Trilussa, maestro della poesia romanesca, e che segna l’inizio di un percorso artistico che avrà il dialetto romano come lingua privilegiata. Questo dialetto diventa il mezzo perfetto per esprimere i suoi pensieri, la sua visione del mondo, e il suo amore per la città di Roma. Nonostante i cambiamenti della città e della società, Durante rimarrà sempre legato alle sue radici, cercando di trasmettere attraverso la sua arte una visione autentica e profonda della Roma che viveva e sognava.

 

La sua poetica si caratterizza per la capacità di affrontare temi universali con uno stile incisivo, che mescola riflessione sociale, critica politica e amore per la tradizione. Le sue poesie non sono mai banali, ma al contrario offrono uno spunto di riflessione sulla condizione sociale, sui cambiamenti storici e sulle sfide della quotidianità. Componimenti come “A lo specchio“, “Roma mia”, “La vita de ‘na vorta” e “Er popolo romano” sono emblemi del suo impegno civile, capaci di mescolare la denuncia sociale con un linguaggio poetico ricco e coinvolgente.

 

In “A lo specchio“, l’artista critica il conformismo e l’ipocrisia della società, mentre in “Roma mia” esprime l’amore profondo per la sua città, celebrandone la bellezza ma anche le difficoltà.

“La vita de ‘na vorta” riflette sulla Roma di un tempo, vista con gli occhi di un uomo che, pur vedendo la sua città cambiare, rimane saldo nei suoi valori e nella sua visione del mondo.

“Er popolo romano” è invece un inno alla resistenza e alla forza della gente comune, che affronta con determinazione le difficoltà della vita quotidiana.

Oltre alla poesia, Checco Durante si dedica con grande passione anche al teatro, un altro dei suoi strumenti privilegiati per esprimere la sua visione del mondo. La sua carriera teatrale inizia dopo la sua esperienza al fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Tornato a Roma, si avvicina alla scrittura teatrale e collabora con La Gazzetta degli Spettacoli, un impegno che intraprende gratuitamente in un’Italia segnata dal conflitto.

La sua formazione teatrale, maturata anche grazie ai suoi trascorsi in filodrammatica, gli permette di affinare la sua arte e di farsi strada nel panorama teatrale dell’epoca.

Un incontro fondamentale nella sua carriera è quello con Ettore Petrolini, con cui Durante collabora per oltre dieci anni. Insieme a Petrolini, recita in diversi spettacoli e scrive la commedia “Cento di questi giorni” (1921). Questo sodalizio artistico si rivelerà particolarmente importante, poiché permetterà a Checco di sviluppare ulteriormente la sua arte teatrale e di diventare un punto di riferimento nel teatro romano. Tuttavia, a causa di difficoltà economiche e della nascita della sua prima figlia, Durante decide di lasciare il teatro petroliniano. Con il sostegno dell’attore Nello Carotenuto, fonda la Compagnia della Commedia Romanesca, anche se il progetto non raggiungerà il successo sperato.

Il suo ritorno al successo avverrà negli anni successivi, quando si avvicina al cinema-teatro, trovando una nuova fortuna al Teatro Morgana (oggi Teatro Brancaccio), dove il suo talento incontra un nuovo pubblico.

Nel 1949, un altro passo importante della sua carriera è il restauro del Teatro Rossini, un luogo simbolo del teatro dialettale romano, che Durante saprà valorizzare al massimo. Questo segnerà una delle tappe più importanti della sua carriera e della storia del teatro romanesco.

La sua attività al Teatro Rossini segna l’inizio di un lungo impegno culturale che lo vede protagonista del panorama teatrale romano, non solo come attore, ma anche come regista e direttore artistico. Con la sua compagnia, Durante contribuisce in maniera fondamentale alla crescita del teatro romano, che, pur mantenendo salde le radici nella tradizione, si arricchisce di nuove riflessioni sociali e culturali. I suoi lavori teatrali non solo intrattengono il pubblico, ma stimolano anche una riflessione critica sulla società, sulla politica e sulla condizione umana.

Checco Durante ha costruito un legame indissolubile con la sua città, diventando un simbolo di autenticità culturale e di impegno sociale. Le sue opere, che spaziano dalla poesia al teatro, continuano a essere lette, recitate e apprezzate ancora oggi, mantenendo intatto il suo spirito critico e la sua passione per la Roma popolare e tradizionale. La sua capacità di parlare alla gente, di denunciare le ingiustizie e di celebrare le bellezze della vita quotidiana, ha reso il suo lavoro un patrimonio che non ha mai smesso di essere contemporaneo.

 

 

 

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