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Venerdì 9 Maggio 2025 11:05

Leone XIV: le sue parole di pace, «grande consolazione»



A parlare al Sir è il Custode di Terra Santa Patton. «Ha coniugato la dimensione biblico teologica a quella politico sociale». Il richiamo alla missionarietà e alla formazione agostiniana

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«Una sorpresa». Raggiunto dall’agenzia Sir il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton definisce così l’elezione al soglio di Pietro del cardinale americano Robert Francis Prevost. Una scelta che «sgombra il campo da calcoli e trattative umane che spesso accompagnano lo svolgimento del Conclave», rileva.

Per il francescano, è «particolarmente significativa» la scelta del nome Leone, che «si rifà alla figura di san Leone Magno (Papa dal 440 al 460 dC) che la storia ricorda per aver fermato alle porte di Roma, nel 452, Attila, re degli Unni, noto come il flagello di Dio. Leone Magno – ricorda – fu lo stesso pontefice che giocò un ruolo decisivo per la definizione “del Cristo vero Dio vero uomo”» nel Concilio di Calcedonia del 451 dC. Per il Custode, «è un richiamo a un Papa con una dottrina solida. I suoi discorsi sul Natale e sull’Epifania sono degli assoluti capolavori. C’è poi l’ultimo Leone, XIII – aggiunge -, il suo predecessore, il Papa della dottrina sociale della Chiesa. Nella sua enciclica Rerum Novarum, tra le varie cose, sosteneva che i cristiani non devono aver paura di impegnarsi all’interno della società e in politica».

Riguardo alle parole pronunciate dalla Loggia delle Benedizioni della basilica lateranense, Patton si è detto «molto colpito dalla continuità con Papa Francesco sul tema della pace. Papa Leone XIV ha coniugato la dimensione biblico teologica della pace come dono del Cristo Risorto con quella politico-sociale che richiede il dialogo, la capacità di ascolto, la diplomazia. Spero – aggiunge – che questo richiamo alla pace si sviluppi anche con un sempre maggiore coinvolgimento dei leader delle diverse religioni per costruire ponti e dialogo anche in Medio Oriente e Terra Santa. Le sue parole per me, che vivo in un luogo che di pace ne conosce poca, sono state di grande consolazione».

Nel saluto di Leone XIV al mondo, anche il tema dell’essere missionari. «Ha insistito molto sulla missionarietà che è fare quel che Cristo ha fatto, amare tutti, e lasciarsi così inviare da Lui ed essere accoglienti come Lui – rileva il francescano al Sir -. Inoltre, ho trovato particolarmente profondo il richiamo alla sua formazione agostiniana e al suo essere pastore impegnato a portare avanti la responsabilità del gregge. Spero – conclude – che anche Papa Leone XIV sappia “ruggire” come i suoi predecessori».

9 maggio 2025

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