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Martedì 13 Maggio 2025 09:05

A Leone XIV l’abbraccio e la preghiera di tutta la diocesi

elezione di papa Leone XIV, affaccio su piazza san pietro, Prevost, 8 maggio 2025
elezione di papa Leone XIV, affaccio su piazza san pietro, Prevost, 8 maggio 2025
Roma accoglie con grande gioia il suo nuovo Vescovo. Lo ama perché è desiderosa di camminare con lui per le strade polverose e impervie di questo tempo, pieno di sfide e contraddizioni, ma sempre ricco delle sorprese di Dio

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elezione di papa Leone XIV, affaccio su piazza san pietro, Prevost, 8 maggio 2025
elezione di papa Leone XIV, affaccio su piazza san pietro, Prevost, 8 maggio 2025
«Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa» (Mt 16,18). Tante volte in questi giorni sono riecheggiate le parole rivolte da Gesù a Pietro e poste come fondamento del servizio affidato a lui e ai suoi successori. Gesù ha da poco ascoltato la professione di fede dell’umile pescatore di Galilea; uno slancio generoso che ha colto l’essenza dell’identità del figlio di Maria, creduto come Messia e Salvatore del mondo. Sulla solida roccia di questa professione di fede si costruisce e sempre si edifica la Chiesa, Sposa di Cristo, popolo in cammino verso il Cielo. Dentro questa cornice spirituale la diocesi di Roma accoglie con grande gioia il suo nuovo Vescovo, dopo gli anni fecondi del pontificato di Papa Francesco.

Ci lasciamo alle spalle settimane segnate da sofferenza e speranza. All’indomani della Pasqua, la notizia della morte del Santo Padre ci aveva lasciati tutti sgomenti e la sera dello stesso giorno ci siamo riuniti in preghiera presso la cattedrale del Vescovo di Roma per celebrare l’Eucaristia e affidare al Signore l’anima del nostro Pastore, chiamati in modo inedito a vivere il mistero pasquale, “il prodigioso duello tra morte e vita”, certi della vittoria del Crocifisso Risorto su ogni morte ma segnati da un distacco non facile da accettare. Da quel giorno la comunità diocesana ha vissuto giornate intense. Da ogni parte si sono innalzate preghiere e suppliche in comunione con le Messe celebrate a San Pietro (i novendiali) per chiedere il dono della vita eterna per il Santo Padre e per ringraziare il Signore per tanti benefici ricevuti dal suo instancabile servizio pastorale come profeta di pace e pellegrino di misericordia e di speranza.

L’inizio delle Congregazioni dei cardinali ha spinto tanti cristiani a unirsi a coloro che da lì a poco sarebbero stati chiamati a scegliere il successore di Pietro per invocare con loro e su di loro il dono dello Spirito per una scelta saggia e illuminata. Il canto delle Litanie dei santi e del Veni Creator ha segnato il pomeriggio del 7 maggio, inizio del Conclave, esperienza forte di Chiesa, tempo e luogo di discernimento che ha portato nell’arco di poco meno di 24 ore a eleggere il 267° successore di Pietro: Papa Leone XIV. La sua diocesi già lo ama perché sa che Dio lo ha scelto dall’eternità per compiere l’umile e prezioso servizio di essere il “dolce Cristo in terra”; lo ama come Pastore perché sa che attraverso il suo magistero condurrà tutta la Chiesa, a partire da quella di Roma che presiede nella carità e nella comunione; lo ama perché è desiderosa di camminare con lui per le strade polverose e impervie di questo tempo, pieno di sfide e contraddizioni, ma sempre ricco delle sorprese di Dio.

Le parole pronunciate da Papa Leone dalla Loggia delle Benedizioni ci incoraggiano a riprendere con sollecitudine l’impegno per essere Chiesa esemplare in tutto; guidati da Lui vogliamo essere una Chiesa sinodale, che cammina, lotta e spera con gli uomini di questo tempo, soprattutto con i più poveri, che costruisce ponti di dialogo con tutti perché ciò che vivono gli uomini e le donne di questo tempo ci interpella. Vogliamo essere una Chiesa missionaria, estroflessa, che scansa il pericolo dell’autoreferenzialità annunciando a tutti la Buona Novella del Regno e vivendo la logica del dono, una Chiesa che testimonia la pace e la costruisce nelle relazioni domestiche come in quelle comunitarie.

Subito dopo l’accettazione da parte del nuovo pontefice, i cardinali gli rendono omaggio. Nel salutare il nostro Vescovo mi sono permesso di dirgli: «Santo Padre, Le porto l’abbraccio e la preghiera di tutta la sua diocesi che la sostiene con tantissimo affetto». Mi ha sorriso e mi ha ringraziato. Mentre lo attendiamo nella sua cattedrale, gli assicuriamo una fervente preghiera perché confermi nella fede tutti noi e ci aiuti a seguire il Cristo, il Figlio del Dio vivente. (* vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma)

13 maggio 2025

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