
L'Isola Tiberina Isolotto basso e allungato (circa 300 metri per 80) che sorge nel Tevere, fra i ponti Garibaldi e Palatino. Catalizzò le fantasie dei romani che gli intessero attorno varie leggende. La sua forma grossolanamente simile a quella di un grande barcone, è legata, secondo una leggenda, all'affondamento di una nave, sottolineata in passato dal rivestimento di travertino che la circondava (di cui rimangono notevoli resti), il simulacro del natante aveva nel mezzo un obelisco rappresentante l'albero maestro. Mentre, secondo un'altre delle leggende, la sua origine era dovuta all'accumularsi del fango sul grano dei Tarquini gettato nel fiume dal popolo dopo la loro cacciata. L'isola era sacra al culto di Esculapio, dio della medicina, a cui fu dedicato nel 289 a.C. un tempio ove oggi è la chiesa di San Bartolomeo, eretta da Ottone III, rifatta tra la fine del '500 e l'inizi del '600, da cui l'isola viene comunemente detto di San Bartolomeo. Secondo una leggenda all'alba di un giorno d'agosto del 293, una nave romana risale le rive del Tevere con a bordo un prezioso carico: un'anfora contenente un serpente che il Console Quinto Oguino ha rapito dal tempio di Esculapio, dio della medicina, che sorge nella antica città greca di Epidauro. Giunta all'ultima ansa del Tevere nella strettoia tra l'Aventino e Trastevere, il serpente esce dall'anfora e, tra lo stupore dei romani, scivola nel fiume, lo attraversa e va a nascondersi tra i canneti dell'isola. Anziché una sventura la cosa viene interpretata come un segnale divino: è qui che il dio Esculapio vuole il suo tempio. In un bassorilievo sulla fiancata dell'isola si vede ancora il serpente di Esculapio. Il serpente, simbolo vivente del dio è, secondo i romani, l'ultima speranza per liberarli dalla pestilenza, per cui per consultazione dei Libri Sibillini fu introdotto il culto di Asclepio, dove fu eretto un tempio a Esculapio, cui affluivano i malati per essere risanati dal dio guaritore. La vocazione di accogliere gli infermi durò nei secoli, trasformandola in lazzaretto durante la peste del 1656 e oggi in sede dell'ospedale dei Fatebenefratelli costruito nel 1584, uno dei più antichi ospedali del mondo. L'isola è unita alla riva sinistra dal ponte Fabricio (62 a.C.), il più antico di Roma, dopo Ponte Milvio, con le erme quadrifronti alla sue quattro estremità (e perciò detto Quattro Capi, o ponte giudeo perché gli ebrei lo attraversavano per rientrare nel GHETTO) e alla riva destra, Trastevere, dal ponte Cestio (I secolo a.C.), restaurato nel 370 d.C.e rifatto nell'800 mantenendo d'antico solo l'arcata centrale.