Porto
Portus Urbi Romae è l'antico nome della città sorta intorno al porto che Claudio (41-54 d.C.) costruì
con un sistema di moli e banchine, a nord della foce del Tevere, ed in cui successivamente Traiano (98-117),
per ovviare agli insabbiamenti che il fiume provocava, costruì, con un progetto di grande ingegneria idraulica,
il Lago di Traiano, un bacino artificiale di forma esagonale collegato, a mezzo canali, con il mare e con il fiume,
spostando il porto verso l'interno. Tale bacino oggi è un suggestivo laghetto che fa parte della Villa Torlonia.
La città di Porto, dopo tali sistemazioni, divenne, a scapito di
Ostia Antica,
il più importante scalo dell'Impero Romano.
Il suo massimo sviluppo edilizio si ebbe tra il II ed il III secolo dopo Cristo, come risulta dai reperti ancora
visibili: banchine e moli di ormeggio; resti delle mura con la porta "Arco di Santa Maria";
parallelamente al canale di Fiumicino una darsena già comunicante con lo stesso canale; un piccolo tempio di
forma rotonda circondato da colonne di stile corinzio detto Portuno; terrazzamenti, terme e horrea con cortili interni.
Con Costantino, Porto fu staccata dalla dipendenza di Ostia e divenne una città indipendente con propria
amministrazione assumendo il titolo Civitas Flavia Costantiniana Portuensis.
Dalle iscrizioni ritrovate si è potuto risalire alla qualità ed al tipo di vita che si svolgeva nella città,
nelle sue corporazioni, nei collegi, nei vari rami di lavoro e di commercio, e relativamente ai culti.
Non sono invece stati trovati reperti del faro a torre con piani rientranti, di cui si ha notizia dalle riproduzioni
ritrovate su rilievi e mosaici ostiensi.
Procopio, nei suoi scritti del VI secolo, la descrive come una città fiorente.
Con l'arrivo dei Goti che la saccheggiarono e con le invasioni saracene la città venne abbandonata.
La città di Porto fu un centro cristiano, come si evince da alcuni reperti e dai martiri che gli vengono attribuiti,
come Sant'Ippolito. Fin dall'epoca di Costantino era sede vescovile con il suo primo vescovo Gregorio nel 314;
con Callisto II la diocesi di Porto fu unita a quella delle Sante Rufina e Seconda.