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Palatino

Via dei Fori Imperiali - 00186 Roma
Campitelli [R.X]
Zona Archeologica [1X]

E' tra i sette colli quello che conserva le memorie più antiche di Roma.

Questo colle leggendario, che si eleva per 40 metri a sud del piano Foro, e per 51 sul livello del mare, dominava l'ansa del Tevere, con il primo porto di Roma, e la stessa valle del Foro.

Comprendeva tre alture: il Palatium, il Germalus, la Velia, delle quali le prime due riunite formarono la Roma quadrata, recinta, secondo la tradizione, da Romolo che ne fu il primo abitante in una capanna, e che poi si estese via via agli altri stanziamenti nei vicini colli.

Ha forma trapezoidale, con il lato più lungo a sud, la prospiciente la Valle Murcia, dove poi sorse il Circo di Massimo.

L'antico nome Palatium è probabilmente connesso con Pales, dea dei pastori, in onore della quale si celebravano le Palilia, divenute poi feste della fondazione della Città, che la storigrafia ufficiale romana fissò al 21 aprile 754 o 753 a.C.

Le prime tracce di capanne risalgono all'inizio dell'età del Ferro e si collocano nel punto esatto dove la tradizione voleva fosse la casa di Romolo, dimora che fino all'età imperiale venne continuamente restaurata.

Quando nel 1948 gli scavi portarono alla luce tre capanne dall'età del Ferro grandissima fu l'emozione: l'archeologia dava ragione al mito.

I resti del Colle Palatino conservano le memorie più antiche della città e raccontano le più antiche tradizioni di Roma. Qui si insediarono i Greci di Evandro e Pallante e qui li trovarono Ercole e poi Enea. Ai suoi piedi era il Lupercale, la grotta in cui Romolo e Remo furono allattati dalla mitica lupa. Qui era la casa di Romolo, presso la quale Augusto costruì la propria, accanto ai templi e agli edifici pubblici, poi cominciarono le costruzioni private di illustri cittadini come Gracco, Crasso, Cicerone, Clodio ed il Palatino diviene sinonimo di dimora.

Sorsero poi i cosiddetti Palazzi Imperiali: il palazzo di Tiberio, di Nerone (la Domus Aurea arriva fin qui), dei Flavi, che fu la Domus Augustana, e di Settimio Severo. Divenne così la residenza degli imperatori, via via ampliata fino a ridurre al minimo lo spazio coperto da abitazioni private.

Il nome Palatium passò così a indicare la dimora imperiale e poi diviene un nome comune in tutte le lingue europee.

Con le sempre più frequenti assenze degli imperatori da Roma e la decadenza della città, anche il Palatino decade, pur rimanendo residenza ufficiale dei re goti e degli esarchi bizantini. Vi abitarono anche Papi ed imperatori del nuovo Impero d'Occidente, fino a Ottone III.

Dopo il Mille, in mezzo ed al di sopra delle rovine antiche, sorsero conventi, chiese, giardini, fortezze nobiliari. Specialmente i Frangipane vi dominarono in un castello costruito su ruderi antichi.

Nel 1535 il Vignola realizzò per Alessandro Farnese una Villa con splendidi giardini, e gran parte del Colle fu trasformata nella amena e sontuosa Villa dei Farnese (smantellata alla fine '800 dall'incalzare degli scavi archeologici) e gli Orti Farnesiani furono il primo orto botanico del mondo. Dai Farnese la proprietà passo ai Borbone di Napoli.

Nella prima metà del XVIII secolo si iniziarono gli scavi, e i duchi di Parma scavarono e saccheggiarono il Palazzo Domiziano, ma l'esplorazione archeologica regolare, che fu diretta da P.Rosa, ebbe inizio solo dopoché, nel 1860 Napoleone III ebbe acquistato gli Orti Farnesiani.

Riunita Roma all'Italia, il Governo italiano la acquistò da Napoleone III e spinse innanzi gli scavi sotto il Rosa, il Vaglieri e il Boni. Quest'ultimo rimise in luce le antiche memorie della parte centrale del Palatino, con interessanti pitture di età repubblicana. Al Bartoli si deve lo sterro della Domus Augustana e il restauro di tutto il gruppo di rovine che si protende sulla valle del Circo Massimo. Sotto la direzione dei successori gli scavi hanno portato alla luce i resti delle primitive capanne e di altri edifici.

Sul versante orientale del Palatino è stato ricomposto, e costituisce il nuovo ingresso agli scavi sulla Via di San Gregorio, il monumentale portale cinquecentesco, che fino al 1882 ha costituito l'accesso agli Orti Farnesiani dalla parte del Foro Romano, opera del Vignola nella parte inferiore e del Rainaldi nella parte superiore.

La visita al Palatino può essere effettuata accedendo dal Foro Romano (come continuazione di quella visita) o entrando da Via di San Gregorio, su cui è stato ricomposto il monumentale portale cinquecentesco opera del Vignola nella parte inferiore e del Rainaldi nella parte superiore.

Domus Saveriana
Era l'ampliamento della Domus Augustana costruita da Settimio Severo; aveva un proprio impianto termale. Dalla sua terrazza-belvedere si può ammirare il magnifico panorama di tutto il Palatino sulla sottostante valle del Circo Massimo, ed del Colle Aventino.
La visione è particolarmente suggestiva al tramonto.

Domus Augustana
Era l'abitazione dell'Imperatore, il Palazzo dell'Augusto, servita a tale scopo fino al periodo bizantino.
Il fabbricato, a più piani, aveva il fronte verso il Circo Massimo, con ampio porticato semicircolare di cui rimangono solo le tracce del colonnato.

Stadio Palatino
Costruito da Domiziano e restaurato da Settimio Severo, non è stato chiarito se fosse aperto al pubblico per gare e feste o se facesse parte della residenza Imperiale. E' circondato da un porticato che nel lato orientale aveva la loggia Imperiale. Il recinto ovale, dove si riconosce una pista per corse di cavalli, risale al tempo di Teodorico.

Paedagogium
Realizzato al tempo di Domiziano, era il collegio dei paggi Imperiali. Particolarmente interessanti sono i graffiti che vi sono stati ritrovati; tra questi molto interessante è il graffito del crocifisso, opera satirica contro il Cristianesimo, che rappresenta "un uomo in preghiera davanti ad un crocifisso su cui è un uomo con la testa di asino" e la scritta, in greco, "Alexamenos adora il suo dio".
Questo graffito, staccato, si trova nell'Antiquarium del Palatino.

Antiquarium Del Palatino
Costruito sopra una parte della Domus Augustana, destinato a Convento delle Suore della Visitazione, dal 1870 raccoglie reperti del Palatino, sculture e pitture recuperate nella Casa dei Grifi, nella Domus Transitoria, nella Schola Praeconum (detta anche Domus Gelotiana).

Domus Flavia
Era un grandioso Palazzo Imperiale di rappresentanza, e comprendeva una Basilica dove, alla presenza dell'Imperatore, si svolgevano le cause. Al centro del Palazzo la grande Aula Regia in cui l'Imperatore dava udienza. La Facciata della Domus era costituita da un portico sorretto da un colonnato. Gli scavi, eseguiti sotto il Palazzo, hanno rilevato l'esistenza di una costruzione che è stata giudicata di enorme rilievo archeologico.

Casa Di Livia
E' un'antica e ricca casa romana, in cui si possono ancora ammirare degli affreschi, fatta costruire da Augusto per sua moglie Livia, ma da molti ritenuta anche la casa dello stesso Augusto ed all'epoca descritta come vicino ai Templi di Apollo e di Vesta.
Nel cortile quadrato era il triclinium, sala da pranzo; sulle pareti pitture di finestre aperte con sullo sfondo paesaggi.

Tempio Di Cibele
Il Tempio di Cibele o della Magna Mater fu costruito nel 204 a.C. per custodirvi la pietra nera della Dea (forse un meterorite), che da Pessinunte, in Frigia fu portata a Roma, dopo il responso dei Libri Sibillini ("Se un nemico straniero avrà portato la guerra in Italia, sarà cacciato e vinto solo se la Magna Mater sarà trasportata da Pessinunte a Roma").
Il tempio assunse il nome di Tempio di Cibele poiché nei pressi fu ritrovata la Statua di Cibele (che fu trasportata nella Domus Tiberiana, dove si trova oggi), Restaurato nel II secolo a.C. da Metello, fu ricostruito da Augusto.

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