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Viminale

Piazza del Viminale - 00184 Roma

Tra i Colli di Roma il Viminale è senz'altro il meno
importante.

E' diviso dal Colle Quirinale
dalla Via Nazionale, che fu realizzata subito dopo il 1870 sul tracciato,
incominciato sotto Pio IX e che percorre l'antico Vicus
Longus. Tale Via, lunga complessivamente 1500 metri,
unisce la
Piazza Venezia alla Stazione Termini.

Partendo da Piazza Venezia e percorrendo Via Quattro
Novembre si giunge al Largo Magnanapoli da dove parte la vera
Via Nazionale.

I nome Magnanapoli, che nell'VIII secolo designa questo ripido
pendio del Quirinale, è di incerta origine e di incerto
significato: alcuni ritengono che derivi da Montis
Balneanapolis, titolo che ebbe la chiesetta di Santa Maria,
anteriormente il secolo XI, che si trova dove poi sorse la
chiesa dei Santi Domenico e Sisto.

Al centro dello slargo un'aiuola circolare con palme e
massi delle Mura Serviane (un resto delle stesse mura, con un
arco, probabilmente appartenente alla Porta Sanqualis, è
visibile nel Palazzo Antonelli, al civico 158). A destra dello
slargo l'imponente e massiccia Torre delle Milizie, la
maggiore delle torri baronali romane rimaste erette nel
secolo XIII.

La Torre delle Milizie, sensibilmente pendente, è
costruita in laterizi e consta di due parallelepipedi
sovrapposti, quello inferiore a spigoli vivi e l'altro a
spigoli arrotondati e con la facce rafforzate da paraste. Nel
secolo XIV, mozzata all'altezza attuale, fu coronata da radi
merli. E' detta anche "Torre di Nerone", per la tradizione
popolare che da qui Nerone assistesse, suonando la cetra,
all'incendio di Roma.

Fu degli Annibaldi, poi dei Caetani. Arrigo VII di
Lussemburgo la scelse come base contro i Guelfi quando, nel
1312, venne a Roma per essere incoronato.

Sempre sullo slargo il muraglione che, fiancheggiato da
due padiglioni e su basamento a scarpata, sostiene il
terrapieno del giardino di Villa Aldobrandini, dove sorgevano
le "Terme di Costantino".

Il Palazzo, che dà sulla Via Panisperna, fu eretto nel
XVI secolo da Carlo Lambardi per i Vitelli, poi donato da
Papa Clemente VIII, Ippolito Aldobrandini, ai nipoti. Nella
Roma napoleonica fu centro mondano.

Salendo sulla Via Nazionale si incontra il Palazzo della
Banca d'Italia opera di Gaetano Koch (1886-1904) e più oltre
l'imbocco del Traforo Umberto I (1902-1905), largo 15 metri e
lungo 347, che, sottopassando il Colle Quirinale, sbocca sul
Largo Tritone, subito dopo il Palazzo delle Esposizioni,
eretto tra il 1878 ed il 1882 su disegno di Pio Piacentini
per ospitare mostre d'arte.

Al di sotto del piano stradale è la chiesa di San Vitale,
eretta nel 402 in forma di basilica a 3 navate, ridotta alla
navata mediana da Sisto IV Francesco Della Rovere nel 1475 e
restaurata nel 1859.

Si giunge all'incrocio dove a sinistra la Via Quattro
Fontane scavalca la cresta del Quirinale per ridiscendere
su Piazza Barberini. A destra la Via Agostino Depretis che
sale al Viminale ove è il Palazzo del Viminale, opera del 1920
e sede del Ministero degli Interni. In fondo l'obelisco e
l'abside di
Santa Maria Maggiore.

La Via Nazionale termina sulla Piazza della Repubblica,
già Piazza dell'Esedra, la più bella delle Piazza di Roma
dopo il 1870. Realizzata da Koch (1896-1902), è cinta da due
palazzi a portici che formano un monumentale ingresso alla
Via Nazionale e ripetono l'andamento della grande esedra
delle Terme di Diocleziano che si trovano di fronte.

Al centro della Piazza la Fontana delle Naiadi, grande
vasca in cemento di Alessandro Guerrieri (1885) ornata da
quattro gruppi di bronzo di "figure muliebri" che scherzano
con mostri marini (1901) e, al centro, gruppo di un "Glauco
che lotta con un pesce", simboleggiante "l'Uomo vittorioso
delle forze della natura" (1912), opere di Mario Rutelli. Un
altissimo getto e un ricco gioco d'acqua fanno di questa
fontana la più bella fra le moderne fontane di Roma.

Le Terme di Diocleziano, iniziate nel 298 e compiute tra
il 305 e il 306, erano le più grandiose di Roma, coprivano una
superficie di 376 metri per 361, ed il colossale stabilimento
pare potesse ospitare fino a 3.000 bagnanti.

Un gigantesco recinto con esedra semicircolare
racchiudeva il complesso termale articolato secondo la
sequenza canonica: basilica centrale, caldarium,
tepidarium, natatio lungo l'asse minore, palestre ai lati
dell'asse maggiore. Le strutture meglio conservate sono i
vani dell'aula del tepidarium, che nel 1561 Papa Pio IV
acconsenti a trasformare nella Basilica di Santa Maria degli
Angeli, chiesa consacrata agli angeli e ai martiri cristiani.

La trasformazione fu affidata a Michelangelo e
completata nel 1750 dal Vanvitelli. Mantiene nell'insieme
l'aspetto dell'antico complesso, di cui conserva le otto
enormi colonne monolitiche di granito e le tre grandi volte a
crociere di copertura. La facciata disadorna, in cotto, è
formata dall'esedra di una sala delle terme, il caldarium.

E' la chiesa preferita per le funzioni religiose di
carattere ufficiale.

Nel breve Viale delle Terme, che congiunge la Piazza della
Repubblica alla vastissima Piazza dei Cinquecento, ci si
imbatte subito nel più grandioso resto delle mura
repubblicane. Il primo costruttore sarebbe stato il re Servio
Tullio (VI secolo a.C.), anche se il muro attuale è più tardo
di due secoli.

Sulla Piazza la Stazione Termini, o Stazione Centrale
delle Ferrovie, il cui nome deriva dalla cisterna che
alimentava le terme, detta "botte di termini". La
ristrutturazione dell'ottocentesco edificio della Stazione fu
iniziata nel 1937, prima della guerra, su progetto di Angilo
Mazzoni Del Grande a cui si devono le parti laterali.
Sospesa durante il conflitto, fu terminata nel 1950, con il
grandioso edificio di testata progetto degli architetti
Montuori, Vitellozzi, Castellazzi, Fatigati e degli ingegneri
Leo e Achille Pintonello, con la sua caratteristica pensilina
detta il "dinosauro".

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