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Lunedì 7 Giugno 2021 15:06

Vi sono luoghi ormai inabitabili nel centro di Roma (ma non solo)

Il fenomeno della "mala-movida", ignorato per 5 anni dall'amm.ne Raggi, è ormai divenuto un grave problema di ordine pubblico dove finiscono per rimetterci tutti

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Da tanti anni si parla di movida romana, ossia della declinazione locale del godersi la vita serale, ma solo recentemente si è messo a fuoco il fenomeno della cosiddetta mala-movida, ossia le degenerazioni peggiori di quello che è un giusto diritto.

L’eccessiva concentrazione di esercizi di somministrazione in alcuni luoghi porta ad esagerati affollamenti di persone con immancabili schiamazzi fino a tarda notte, fenomeni vari di degrado (gente che urina un po’ ovunque, piccoli danneggiamenti, scritte vandaliche), fino ad arrivare a spaccio diffuso di stupefacenti, violenze, risse e attacchi frequenti alle stesse forze dell’ordine.

Chi non ha conoscenza diretta di queste cose potrà pensare che si tratti di fenomeni comprensibili quando vi sia una grande concentrazione di giovani, qualcosa di tutto sommato tollerabile. Vi sono persone invece che certe cose sono costrette a subirle ogni fine settimana, se non ogni giorno, avendo avuto la (s)fortuna di ritrovarsi a vivere a Ponte Milvio, Trastevere, Campo de’ Fiori, San Lorenzo, ecc.

L’elenco dei luoghi in cui questi problemi si verificano continua in realtà a crescere, stante il totale disinteresse del governo cittadino a governare certi fenomeni e il legittimo interesse del commercio cittadino a massimizzare i propri profitti. Da qualche anno infatti anche gli abitanti del Pigneto, di alcune zone in Prati, di Città Giardino, ecc. stanno sperimentando i disagi di vivere nei luoghi della movida.

 

Come detto, il fenomeno non è nuovo e finora non è mai stato seriamente preso in considerazione dal governo cittadino, ma il veloce riprendere di una sorta di normalità post-COVID sta evidenziando problemi che non possono più essere ignorati come in passato.

Quello che segue è un video girato a Campo de’ Fiori lo scorso sabato dopo le 23, ossia in orario di coprifuoco.

 


 

 

Un luogo del genere è chiaramente non più adatto per una normale vivibilità, sia per il frastuono che è insopportabile anche a finestre chiuse, sia per i pericoli che assembramenti del genere possono generare in ogni momento.

 

Una situazione molto simile è riscontrabile a via San Giovanni in Laterano, sul tratto vicino al colosseo, cosiddetto “gay street” (cliccare sull’immagine per la pagina web con i video).

 

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In questi luoghi anche gli stessi esercenti cominciano a soffrire, stante che la gran parte delle persone nei video sono giovanissimi che o arrivano “già bevuti” o provvedono ad acquistare gli alcolici presso i tantissimi minimarket (anche se dopo le 18 ciò sarebbe vietato).

 

Questore e Prefetto si stanno adoperando per riprendere il controllo dei luoghi della movida ma qui c’è una responsabilità enorme dell’amministrazione Raggi che non ha mai neanche preso in considerazione l’idea di provare a governarli certi fenomeni.

Per la Raggi e il suo fido scudiero al commercio, Andrea Coia, gli imprenditori vanno solo lasciati liberi di fare quello che ritengono più lucroso, senza considerare gli effetti che ciò comporta nelle relazioni tra gli stessi esercenti e con tutti gli altri attori cittadini.

La solita miscela di incapacità e irresponsabilità sta riuscendo quindi nel capolavoro di scontentare sia gli esercenti che gli abitanti di certi luoghi, richiedendo uno sforzo enorme alle forze dell’ordine (circa 1.200 agenti in servizio in totale ogni sera!) e mettendole spesso non in condizione di controllare le moltitudini.

 

Qualche settimana fa
abbiamo provato ad abbozzare qualche riflessione sul possibile futuro del commercio a Roma; ragionamenti di puro buonsenso a cui però l’attuale amministrazione risulta del tutto impermeabile.

La speranza è che nella contesa elettorale prima o poi qualcuno voglia cominciare a parlarne di queste cose, per il bene del commercio, dei cittadini e della città tutta.

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