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Mercoledì 13 Ottobre 2021 15:10

Il Professor Michele Santulli contro lo stereotipo del “ciociaro” in TV, e se la prende con un noto programma televisivo

Il Professor Michele Santulli, studioso ed esperto di civiltà, cultura e storia della Ciociaria, ci ha gentilmente inviato una nota in cui si dice contrario alla rappresentazione dei Ciociari data in un noto programma televisivo. Leggiamola: CIOCIARI IN TELEVISIONE “Semipresidenzialismo alla ciociara” o “Ciociaria terra di pecorai” concetti espressi da...

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Il Professor Michele Santulli, studioso ed esperto di civiltà, cultura e storia della Ciociaria, ci ha gentilmente inviato una nota in cui si dice contrario alla rappresentazione dei Ciociari data in un noto programma televisivo. Leggiamola:

“Semipresidenzialismo alla ciociara” o “Ciociaria terra di pecorai” concetti espressi da due famosi politici e  il termine ‘ciociaro’ che non di rado esce dalla bocca di noti personaggi televisivi, e non solo televisivi, a significare  non un complimento! Adesso in una trasmissione del 21 settembre scorso  ‘I soliti ignoti’ hanno presentato al pubblico italiano un personaggio, a loro dire, in costume ciociaro.

Ripetutamente abbiamo attirato l’attenzione su quanto sistematicamente lacunoso e improvvisato,  certamente insignificante, generico e stereotipo si offre all’attenzione dello spettatore sia alla televisione sia negli altri media nazionali ogni qualvolta presentano la Ciociaria: si  fa  di tutto, volenti o nolenti, per sminuire e anche degradare e, altresì, curioso,  che si continui ad ignorare  che, nel rispetto della Storia, questa è la regione più antica del Paese, quella sul cui suolo si sono verificate le prime contingenze e vicende della storia nazionale: è la terra che ha dato i natali a Roma e alla cui grandezza, successivamente, coi propri figli, ha dato  il  proprio contributo fondamentale alla sua grandezza.

E’ prima di tutto e solamente  da questa terra di Ciociaria  che è partito il messaggio di civiltà e di cultura che ha imbevuto di sé e fecondato l’Europa tutta, all’insegna del precetto: ora, labora et lege,  cioè oltre alla devozione e alla pietà, la valorizzazione per la prima volta nella umanità del lavoro umano, la prima volta altresì il valore e il ruolo della cultura e della istruzione quali strumenti sicuri per conseguire libertà di pensiero e  progresso.

È in questa terra che sono stati stampati i primi libri, qui scritte e pronunciate le prime parole  in volgare italiano, qui promossi e incoraggiati San Francesco e San Domenico e Sant’Antonio santificato da Gregorio IX, qui anche inventati gli ‘eretici’, qui anche l’odio contro gli ebrei, qui anche i massacri dei dissidenti, qui nati il ghetto e la Inquisizione e qui il cesarepapismo, qui diffuso anche il messaggio di S.Tommaso d’Aquino.

E per tornare al ciociaro televisivo: per motivi di riservatezza non possiamo mostrare l’immagine  del personaggio comunque visibile nel sito RAI alla data più sopra indicata, ma si immagini un cosiddetto ‘lazzarone’ napoletano o un uomo di fatica in generale, con la camicia rossa a quadrati e il fazzoletto attorno al collo e un  cappellino in testa, senza citare il modello di  barba piuttosto arduo a rinvenire in un ciociaro dell’epoca quale documentato nelle migliaia di documenti pittorici esistenti.

Cioè la televisione nazionale anche questa volta ha offerto del ciociaro una immagine totalmente fuorviante e falsa:  in effetti  il solo contrassegno distintivo del costume presentato  erano le calzature che, pure, a seguito delle stringhe orrendamente avvolte e il tipo di pelle delle medesime  e la generale presentazione,  ne risultava  la  copia vile delle cioce ‘classiche ed eleganti’ di cui parlò Gregorovius e che la pittura del secolo documenta. E’ da chiedersi se alla televisione nazionale siano così aggiornati e documentati  anche quando si tratta di illustrare il costume tirolese o scozzese o olandese! Eppure il costume ciociaro è stato il soggetto più illustrato e più amato dagli artisti europei dell’ottocento, infinitamente al di sopra di tutti,  dipinto anche dai massimi artisti quali Degas, Renoir, Corot, Cézanne, Matisse, Leighton, Sargent,Van Gogh, Picasso, Severini… .

Siamo dunque oggi ancora alla situazione che ebbe a registrare il presidente di quella commissione governativa che  dopo il 1870 fu incaricato di esaminare  questi luoghi: il commento fu che  con stupore era  arduo a spiegarsi come  questa ‘nobile’ regione ai piedi di Roma fosse stata tenuta ai margini  e completamente  ignorata e trascurata…Oggi, dopo oltre centocinquanta anni,  il contesto è peggiorato: a quell’epoca erano solo i ‘romani’ di Roma che dileggiavano e irridevano i ciociari come   ‘guitti’ ‘cafoni’ ‘pecorai’ ecc. ora invece  lo scherno e la derisione sono divenuti, stando alla televisione e ai media,  patrimonio generalizzato, parrebbe.

Illustriamo a informazione della televisione italiana con tre immagini che siamo certi recepiranno e  faranno circolare, il costume ciociaro quale presente nella maggior parte dei musei e pinacoteche del pianeta:

Gonz.Carelli: Ciociara, 72×48 cm, priv.

P.Torrini: Ciociaro, 39×22 cm, priv.

C.J.Blanc: Mieititura, 46×55, priv.

Michele Santulli

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