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Sabato 11 Giugno 2022 06:06

Senza controlli della Polizia Locale le ordinanze restano grida manzoniane

La Regione ha disposto il divieto di pic-nic nei parchi per arginare cinghiali e peste suina. Ma nessuno lo rispetta. Il caso del Pineto e l'esasperazione dei volontari

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Quale credibilità possono avere le istituzioni che affiggono cartelli come questo, nel quale viene specificato che è vietato fare pic-nic, e poi ogni fine settimana il risultato è quello che vedete nella foto che segue?



 

Se lo domandano i Volontari per il Decoro nel XIII Municipio che da anni si sporcano le mani nel tentativo di tenere pulito il parco del Pineto, un’area meravigliosa per biodiversità, ombreggiata da una pineta che dà il nome al quartiere (la Pineta Sacchetti). Non ne possono più di raccogliere quanto lasciato da incivili e maleducati ma dallo scorso 8 maggio il problema non è più solo limitato alla trasgressione delle norme sui rifiuti gettati indiscriminatamente, perché ora si aggiunge la violazione di una regola che è stata emessa appositamente per limitare la diffusione della peste suina e la circolazione dei cinghiali.

La Regione Lazio,
con un’ordinanza del 7 maggio
, ha stabilito che in una fascia di territorio ben definita sia vietato organizzare pic-nic, eventi e assembramenti. Si tratta della cosiddetta “zona rossa” delimitata dal Gra a Nord, dal Tevere a Est, dall’asse Circonvallazione Clodia/Baldo degli Ubaldi a sud, dalla via Boccea a Ovest. L’ordinanza precisa che sono inclusi nella zona rossa il Parco di Veio, quello dell’Insugherata e il Parco del Pineto. Ebbene proprio in quest’ultimo non passa fine settimana senza un assembramento di cittadini italiani o stranieri che si radunano per mangiare, bere e festeggiare. E alla fine tutto resta lì, in terra o raccolto in sacchi di fortuna che ovviamente la notte sono preda di cinghiali affamati.



 

Che senso ha emettere ordinanze, stabilire norme di comportamento se allo stesso tempo non si pianificano azioni di controllo e di contrasto nei confronti di chi non le rispetta? Il problema di Roma è soprattutto questo: non c’è un corpo di Polizia Locale che voglia davvero presidiare il territorio e probabilmente non c’è perché la politica non lo vuole.

Nel video che segue, il nostro Franco Quaranta, storico militante della battaglia per una cartellonistica pubblicitaria più legale e impegnato da anni per il decoro del Pineto, ci mostra la situazione che ha trovato al mattino e fa delle amare ma condivisibili riflessioni.


 

Il tema della peste suina non deve essere sottovalutato perché da questa dipende l’economia del comparto agricolo e la sopravvivenza di decine di migliaia di esemplari di maiali. Sono loro, infatti, le principali vittime del contagio e gli allevamenti della zona sono costretti ad abbattere il bestiame. La diffusione della malattia mette in ginocchio decine di aziende oltre ad interrompere la filiera dei prodotti tipici, come il guanciale di Amatrice, solo per fare un esempio.

Dunque il controllo del territorio e il rispetto di questa ordinanza regionale non è un elemento superfluo, tanto per interrompere le abitudini festaiole delle persone, ma ne va dell’economia della regione e dell’ecosistema naturale. A nessuno sembra interessare e i cartelli affissi all’ingresso dei parchi sortiscono l’effetto contrario: danno l’idea che a Roma tutto è permesso e che ciò che viene deciso dalle istituzioni è come una grida manzoniana, quella che terminava con la frase ridicola e disattesa da chiunque “Sua Eccellenza è risoluta di voler essere obbedita da ognuno”

 

 

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