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Lunedì 10 Giugno 2024 09:06

B-hop, dieci anni di «giornalismo costruttivo»

B-Hop, il primo magazine italiano di giornalismo costruttivo no profit e indipendente, 8 giugno 2024
B-Hop, il primo magazine italiano di giornalismo costruttivo no profit e indipendente, 8 giugno 2024
Il traguardo del magazine di giornalismo no profit festeggiato durante un evento solidale, duemila le storie raccontate in un decennio. Le testimonianze

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B-Hop, il primo magazine italiano di giornalismo costruttivo no profit e indipendente, 8 giugno 2024
B-Hop, il primo magazine italiano di giornalismo costruttivo no profit e indipendente, 8 giugno 2024
Tra libri, musica e testimonianze edificanti B-Hop, il primo magazine italiano di giornalismo costruttivo no profit e indipendente, ha festeggiato sabato pomeriggio, 8 giugno, il traguardo dei 10 anni di attività. Per soffiare sulle candeline, infatti, la fondatrice e direttrice del progetto editoriale Patrizia Caiffa ha riunito negli spazi della libreria Eli di viale Somalia, a due passi da piazza Vescovio, non solo tutti i collaboratori e i sostenitori di quella che «è la realizzazione di un sogno guidato dalla bellezza per dare fiducia e consapevolezza alle persone», ma pure i protagonisti di alcune delle duemila storie raccontate in questa decade.

L’evento solidale intitolato “L’arte della bellezza” – a richiamare la prima lettera del nome della testata che allo stesso tempo evoca il “to be” inglese così come “hop” rimanda non solo letteralmente al “salto” ma anche, per assonanza, alla speranza – era anche volto a finanziare il progetto – patrocinato dalla Fondazione Cariplo – “Belle notizie in viaggio: alla scoperta delle donne nell’artigianato e negli antichi mestieri”, un reportage che intende valorizzare l’imprenditoria femminile del Piemonte e della Lombardia.

Protagoniste appunto le storie di speranza e foriere di buone prassi, in fondo «il nucleo originario di B-hop», ha detto ancora Caiffa, sottolineando come «è quello per cui siamo stati a volte anche imitati, perché c’è bisogno di questo: un giornalismo costruttivo» e per questo «sento che quello che abbiamo creato, dando voce a storie che magari altrimenti non sarebbero conosciute, è valore, con relazioni vere e di qualità».

Toccante la testimonianza di Maria Lucia Formicola, fondatrice dell’associazione “Il cuore di Andrea”, in memoria del figlio morto nel 2017 a 27 anni per la sindrome cardiaca genetica rara del QT corto. «La morte di un figlio non è un evento naturale ed io ho dovuto dare un senso alla sua», ha spiegato, illustrando le attività dell’associazione impegnata «nella ricerca e nella prevenzione dei rischi legati ad una sindrome che nella quasi totalità dei casi è asintomatica, con attività nelle scuole e nei centri sportivi».

Ancora, il racconto di Italo Santarelli, che 30 anni fa, dopo essere stato vittima dell’usura a causa di alcune difficoltà economiche e certo che «la mia esperienza negativa doveva diventare qualcosa di buono per gli altri», ha fondato l’Airp (Associazione italiana riabilitazione protestati) per «offrire gratuitamente servizi di consulenza per chi è vittima di usura, accompagnando la persona in un percorso di riappropriazione della propria vita», ha spiegato. Infine, due volontarie di Arcoiris, la onlus fondata nel 2011 per sostenere le famiglie dei bambini ricoverati nel reparto di broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, hanno illustrato il loro impegno  «a dare sollievo con ascolto ed empatia» perché «quando un bambino si ammala è tutta la famiglia che soffre» dato che la malattia «cambia un progetto di vita, sconvolgendo sia quella dei genitori che quella dei fratelli» del piccolo paziente.

10 giugno 2024

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