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Giovedì 14 Gennaio 2021 06:01

I 500 pini di Saxa Rubra saranno salvati dai cittadini, non dalle istituzioni

Mentre la cocciniglia tartaruga mette a rischio tutti i pini di Roma, i residenti del quartiere si tassano e raccolgono migliaia di euro necessarie a curare gli alberi ammalati

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Ieri, mercoledì 13 gennaio 2021, sono iniziati i trattamenti endoterapici per salvare i 500 pini di Saxa Rubra dagli attacchi devastanti della Toumeyella Parvicornis, volgarmente nota come “cocciniglia tartaruga”, il parassita che sta letteralmente succhiando loro la vita.

L’intervento è interamente supportato da privati cittadini e rappresenta l’esito di una iniziativa civica promossa dall’arch. Paolo Salonia, che ha aperto e sostenuto con testardaggine la raccolta dei fondi necessari tra i residenti della zona (
noi ne parlammo a fine agosto
).

Tali trattamenti saranno quindi interamente gratuiti per il Comune di Roma e per il Servizio Giardini, perchè sostenuti dai cittadini i quali, preoccupati della salvaguardia dell’inestimabile patrimonio rappresentato da questi pini sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello paesaggistico-culturale, si sono fattivamente sostituiti alla Pubblica Amministrazione completamente latitante.

L’azione viene da lontano. Dai primi di luglio, infatti, Salonia ha iniziato ad investire del problema diversi soggetti che per responsabilità e ruolo sembrava fossero obbligati ad affrontare la situazione con interventi risolutivi: dai Dipartimenti Tutela Ambientale del Comune e della Regione Lazio al Parco di Veio (la zona si trova ai confini “urbani” del Parco e in alcune aree già all’interno), dall’Arpa all’Assessore all’Ambiente del Municipio XV, fino ai ministeri competenti e altri ancora. Ma senza ottenere neanche una risposta.

Di fronte ai silenzi delle amministrazioni, Salonia, coinvolgendo la comunità, ha deciso di agire privatamente per contrastare la diffusione della ‘cocciniglia tartaruga’ e salvare la pineta. Parliamo dell’area compresa tra via di Quarto Peperino, via Adrianopoli, via Crisopoli, via Calcedonia, via Naisso, via Flaminia e ampie zone adiacenti, fortemente caratterizzate dalla presenza di pini domestici.

Il trattamento endoterapico viene eseguito dalla ditta specializzata La Farmacia del Verde, leader in Italia per la grande esperienza in questo tipo di trattamenti endoterapici e partner dell’Università di Napoli Federico II nelle sperimentazioni che da tempo vengono condotte anche in Roma all’Eur e finalizzate alla definizione scientifica dei metodi migliori per la lotta contro la Toumeyella Parvicornis.

I lavori saranno supervisionati dalla dott.sa agronoma Sara Sacerdote che garantirà lo svolgimento e il buon esito delle operazioni.

 



 



 

L’intervento è stato autorizzato dal dott. Messina, Responsabile dell’Ufficio Sistema Arboreo Cittadino della Direzione “Gestione Territoriale Ambientale e del verde” Dipartimento Tutela Ambientale del Comune di Roma (anche con firma del direttore dott. Nicola De Bernardini), al quale l’arch. Salonia aveva inoltrato regolare richiesta, specificando in modo esplicito che si sarebbe trattato di endoterapia con utilizzo del fitofarmaco abamectina. Con questa autorizzazione il risultato ottenuto appare quindi ancora maggiore.

Va infatti considerato che nonostante il parassita scorrazzi sul territorio nazionale dal 2015, le autorità competenti a partire dai ministeri (Agricoltura, Ambiente, Beni Culturali) non hanno ancora definito protocolli e normativa, così che il Servizio Fitosanitario Nazionale non può ancora predisporre le procedure operative sulla base delle quali i diversi enti territoriali possano materialmente intervenire.

La mancanza di una normativa nazionale, autorizzativa di metodo e di fito-farmaco ammesso, è in pratica diventata il gigantesco alibi dietro al quale nascondere l’inaccettabile e colpevole immobilismo di tutte le amministrazioni.

 

Così accade che a Roma la pubblica amministrazione sia costantemente latitante nella difesa del patrimonio verde, mentre viceversa proditoriamente taglia quindici pini a via Flaminia senza che i cittadini possano conoscere i motivi di tale scempio.

Tanto meno è dato conoscere chi ha concesso il benestare per l’assurdo abbattimento della quinta storica di pini domestici di via di San Gregorio in un allucinante rimpallo tra le diverse Soprintendenze e Parco Archeologico del Colosseo. Solamente per limitarci a due esempi.

 

Contemporaneamente, quegli stessi cittadini, ai quali non viene neanche garantito il minimo diritto all’informazione, hanno prontamente aderito alla sollecitazione di uno di loro facendosi carico della cura di 500 pini a Saxa Rubra.

 

Forse è questo il significato dell’art. 118 della nostra Costituzione, in mancanza del rispetto del più citato (inutilmente) art. 9?

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