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Santa Maria degli Angeli (e dei Martiri)

Via Cernaia - 00185 Roma
Castro Pretorio [R.XVIII]
XX Settembre [1F]

La Chiesa comunemente conosciuta come Santa Maria degli Angeli è in realtà intitolata a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.
Tale consacrazione è dovuta ad un certo Antonio del Duca, sacerdote siciliano che, volendo consacrare il luogo ai sette angeli e sette martiri, fece pressione sul Papa Pio IV, affinché commissionasse all'86enne Michelangelo un progetto di trasformazione dei ruderi in chiesa.

Il 27 luglio 1561 Pio IV emanava la bolla che sanciva l'erezione di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, concedendo l'officiatura ai certosini di Santa Croce in Gerusalemme e dando l'incarico a Michelangelo, che progettò la chiesa nel Tepidarium delle Terme di Diocleziano.

La sua realizzazione, iniziata nel 1563, fu ultimata nel 1566, dopo la morte dell'artista (1564). Fu completata con un rimaneggiamento del Vanvitelli nel 1750.

La facciata esterna affaccia su Piazza della Repubblica, già Piazza dell'Esedra, così chiamata appunto perché è l'esedra del Calidarium, una delle sale delle Terme.

Benedetto XIII (1724-1730) prima e poi Clemente XII (1730-1740) iniziarono il trasferimento a Santa Maria degli Angeli delle immense tele che ornavano gli altari Vaticani sostituendole con copie.
Benedetto XIV (1740-1758) demandò a Luigi Vanvitelli nuove modifiche e decorazioni.

Nel 1911/13 fu messo in opera un pretestuoso ripristino dell'aspetto originale della nicchia dell'antico Calidarium, smantellando la facciata del Vanvitelli e praticando le aperture attuali.

L'interno, a croce greca, formato dal vestibolo, dalla navata principale e dalla tribuna si presenta particolarmente affascinante per la sua grandiosità ben armonizzata.
Il vestibolo, a forma circolare, comprende due cappelle e raccoglie, come tutta la chiesa, opere di grandi artisti, tra cui: la tomba di Carlo Maratta, morto nel 1713, eseguita nel 1704, prima della sua morte, su suo disegno; la tomba di Salvator Rosa; la tomba dello scultore Tenerani con busto autoritratto.
Sull'altare della cappella di destra una tavola della scuola di Daniele da Volterra rappresentante Cristo in croce; nella cappella sinistra il battistero con tavola Noli me tangere di Arrigo Flaminio.
Nel passaggio per la Navata la statua di San Brunone, fondatore dell'ordine dei Certosini di Antonio Houdon (1768).

La navata principale o transetto, lunga metri 90,80, larga metri 27 ed alta metri 28 dà, a colui che entra, un senso di grandiosità; la sua volta a crociera è sorretta da otto colonne di granito rosso monolitiche, provenienti dai vecchi bagni delle Terme. Il pavimento sul lato destro è una meridiana, con stelle ed i dodici segni zodiacali, disegnata nel 1702 da Bianchini e Maraldi su incarico di Clemente XI, da cui il nome di Linea Clementina: i raggi solari che entrano del soffitto segnano l'ora.

Oltre a molte opere alle pareti vi è la tomba del maresciallo Armando Diaz, duca della Vittoria. Nella cappella di destra l'altare del Vanvitelli, con il fondale di Graziani rappresentante il Beato Albergati; in quella di sinistra, sopra l'altare di Maratta, affresco di Odazzi.
Nella tribuna, oltre ad altre opere, si trova l'affresco di Domenichino rappresentante il Martirio di San Sebastiano, proveniente dalla Basilica di San Pietro, nonché il Battesimo di Gesù di Maratta.

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