San Salvatore in Lauro
La chiesa, nella omonima piazza, risale al XII secolo e fu dedicata a San Salvatore detto "in lauro" per la presenza, in loco, di un boschetto di alloro.
Nel 1449 il Cardinale Latino Orsini la rifece completamente, ma andata distrutta nel 1591 con un incendio, tre anni dopo fu iniziata la ricostruzione
su disegno di Ottavio Mascherino, ma le opere non furono ultimate. Successivamente, nel 1669, fu acquistata dalla Confraternita dei Piceni,
per la loro "nazione" che nel 1727 ripresero i lavori di completamento incaricando il Sassi a cui si deve la cupola, il campanile e la sacrestia,
ultimata dal Salvi.
I Piceni erano marchigiani residenti a Roma che si costituirono in Confraternita nel 1663, sotto il titolo della Santa Casa di Loreto e vi
istituirono un Collegio per studenti in medicina e legge, soppresso nel 1887.
Tra il 1857 Rinaldo Rinaldi realizzò la facciata con colonne corinzie; il bassorilievo raffigurante il Trasporto della Santa Casa di Nazareth
è opera di Guglielmetti realizzata nel 1862.
Nell'interno dipinti di Alessandro Turchi detto l'Orbetto e di Giuseppe e Pierleone Ghezzi; un affresco di particolare rilievo eseguito nel
1550 da Francesco Salviati è sulla parete di fondo del vecchio refettorio ed il monumento al Papa Eugenio IV Condulmer (Gabriele Condulmero),
opera già in San Pietro attribuita a Isaia da Pisa ed il monumento ad Orsini.