Santa Maria in Ara Coeli
Il nome Ara Coeli significa altare del cielo e nasce
da una leggenda.
Il mondo è ancora pagano, Gesù non è nato ma molti
misteriosi segnali ne preannunciano l'avvento. Ed è proprio
Augusto, il più illustre degli Imperatori Romani, ad avere
una visione mentre è nei pressi del tempio sul punto più alto
del Campidoglio.
Si squarcia il cielo ed appare tra le nuvole
una bellissima ragazza seduta su un altare con un bimbo in
grembo. "Ecco l'altare del figlio di Dio!" esclama; ed
Augusto, si racconta, cade in ginocchio.
Per ricordare questo prodigio i Francescani nel 1200
costruirono la Chiesa sul Tempio di Giunone Moneta, dove era
avvenuto l'evento prodigioso, che fu chiamata Santa Maria in
Aracoeli. Consacrata nel 1291 la scalinata trecentesca è un
omaggio alla Vergine per aver fatto cessare la peste nera;
fu inaugurata nel 1348 da Cola di Rienzo.
La scalinata è qualcosa di più di un modello
architettonico. Ci tramanda il senso che ha la vita per
molti uomini del Medioevo: un duro pellegrinaggio, gradino
dopo gradino, verso un mistico altare celeste.
Affiancata a questa scala ce n'è un'altra, quella
rinascimentale che porta al Campidoglio.
Il contrasto tra la durezza dell'una e la delicatezza dell'altra fa emergere la
differenza dei tempi.
La semplice facciata in mattoni è duecentesca;
l'interno, basilicale, offre un esempio dell'arte romana tra
il XIII e il XVIII secolo. Il ricco soffitto intagliato è del
1575. Sull'altare maggiore vi è un affresco di Madonna col
Bambino dei secoli X-XI. La Sacrestia ospitava la
veneratissima statua del Santo Bambino del XV secolo
ricoperta da preziosissimi ex-voto; rubata nel febbraio 1994.
Tra le altre innumerevoli e notevoli opere conservate
all'interno firmate, tra gli altri, da Donatello, Pietro
Cavallini e Benozzo Gozzoli, spicca il ciclo delle Storie di
San Bernardino eseguito nel 1486 dal Pinturicchio.