Santa Maria sopra Minerva
La Chiesa fu eretta durante il pontificato di papa Zaccaria (741-752), che la donò alla monache provenienti
da Costantinopoli, e fu dedicata a Santa Maria detta sopra Minerva poiché fu costruita sopra un antico
tempio dedicato alla Dea Minerva. Le Monache vi rimasero fino alla metà del 1200, e poi vi si stabilirono
i domenicani che vi risiedono tuttora. Sotto il papa Nicolò III (1277-1280) i frati Sisto e Ristoro
(ai quali viene attribuita la Basilica di Santa Maria Novella in Firenze) predisposero un progetto
per una nuova chiesa, che, a causa delle mancanza di fondi, rimase per molti anni incompiuta sino alla metà
del quattrocento, quando venne ultimata con il contributo di molte famiglie.
Nel 1453 Francesco Orsini fece erigere la facciata, che aveva un coronamento a guscio come quella
di Santa Maria in Trastevere. La facciata attuale è seicentesca, i portali del XV secolo sono con
gli emblemi di Michele Ghislieri, divenuto titolare della chiesa prima di diventare papa con il nome di Pio V.
L'intemo, unico esempio a Roma, è di architettura gotica, a tre navate. Tra il 1848 e il 1855 la chiesa
ha subito molti e a volte disastrosi travolgimenti.
Sotto l'altare maggiore si conservano i resti di Santa Caterina da Siena, morta in una stanza,
affrescata da Romano Antoniazzo, che si trova dietro la sacrestia.
Sulla parete a destra della facciate si possono notare delle lapidi che indicano i livelli
raggiunti dal Tevere durante le inondazioni.
Nell'interno sono raccolti dipinti e sculture di rilievo di artisti dal XV al XIX secolo: Francesco Mocchi,
il Cavalier d'Arpino, Gaspare Celio, Lazzaro Baldi, Franco Battista, Girolamo Muziano, Carlo e Stefano Maderno,
Antoniazzo Romano, Cesare Nebia, Amhrogio Buonvicino, Federico Barocci, Nicolò Cordier, Girolamo Siciolante,
Taddeo Landini, Carlo Maratta, Antonio Raggi, Agostino di Duccio, Mino da Fiesole.
Baccio Bandinelli ha decorato le tombe, poste nel coro, di Leone X e Clemente VII.
Filippo Lippi ha decorato con affreschi la Cappella Caraffa che contiene il sepolcro di Paolo IV.
A Isaia da Pisa è attribuita la lastra tombale, posta sul pavimento del vestibolo, che copre la tomba del Beato Angelico.
All'ingresso del presbiterio il Cristo risorto di Michelangelo.
All'esterno, al centro della piazza, il "pulcino della Minerva", scolpito da Ercole Ferrata nella bottega
del Bernini, quale base all'obelisco egizio del VI secolo a.C., di piccole dimensioni, rinvenuto nel 1665
nel chiostro del convento dei domenicani.