Villa Borghese
Unita al Pincio attraverso il cavalcavia del Viale del Muro Torto, con i suoi 6 chilometri di perimetro è il più grande oltre che il più bello dei Parchi pubblici di Roma.
Fu creata all'inizio del secolo XVII per il Cardinale Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V, ed al suo interno vi era anche un leone che correva libero nel bosco che si estendeva, selvaggio come una foresta africana, attorno ai raffinati giardini della Villa, dove il Cardinale Scipione Borghese aveva raccolto le preziose tele della sua collezione.
Morto Scipione, scomparve anche il leone, ucciso, dicono alcuni, dai giardinieri del parco che non riuscivano più a controllare, arrampicati sugli alberi, le mosse del felino.
Morto di malinconia, dicono altri. Certo è che, privato del leone, il bosco perse ogni selvaggio sapore e divenne, con i suoi prati all'inglese, il "cuore verde" di Roma.
Fu trasformata radicalmente alla fine del secolo XVIII, con l'opera degli architetti Antonio e Mario Asprucci e del pittore Crist. Unterberger, ed ingrandita poi, al principio del secolo XIX, da L. Canina.
Nel '700 Marcantonio Borghese apre il Parco a tutti, per 6 giorni la settimana. Si riserva il settimo, lunedì, giorno in cui, chiusi i cancelli, percorre il bosco cavalcando con i suoi amici.
Nel 1902 un altro Marcantonio decide di vendere la Villa: annaspa nei debiti e il Principe Torlonia, sindaco della Città, lo perseguita. Da Londra si precipita il Barone Rothschild, annusando un buon affare. Solo per il quadro di Tiziano "Amor sacro e profano", conservato nella Galleria della Villa, offre quanto Marc'Antonio chiede per l'intera proprietà. Ma il Principe snobba il Barone e preferisce vendere tutto allo Stato, compresi i 557 dipinti e le 314 sculture della Galleria. Lo Stato, a sua volta, regala l'intera Villa al Comune di Roma che per far "respirare la città" la trasforma in Parco pubblico chiamandola Villa Umberto I, nome però mai entrato nell'uso.
Oltre all'ingresso dal Pincio gli altri ingressi alla Villa sono: da Porta Pinciana, di fronte a Via Vittorio Veneto.
Dal piazzale Flaminio, all'esterno di Piazza del Popolo. Dal Viale delle Belle Arti, da Via Mercadante e da Via Pinciana, il più vicino a Museo e Galleria Borghese.
Nel grandioso parco trovano posto:
- il Giardino del Lago, che si estende intorno ad un laghetto artificiale. Sopra un'isoletta, l'imitazione di un tempietto greco, dedicato a Esculapio, realizzato dall'Asprucci nel 1786, con ai lati le statue di Ag. Penna e
di Vincenzo Pacetti. Dalla terrazza dietro il laghetto, bella vista su Valle Giulia.
- la Piazza di Siena, lunga 200 metri e a forma di stadio, con spalti erbosi, incastonata tra prati in pendio e circondata da colossali pini a ombrello. Vi si svolgono concorsi ippici e spettacoli folcloristici. Un appuntamento annuale per la Roma elegante è il celebre concorso ippico che prende il nome da questo spazio, aperto da Mario e Antonio Asprucci alla fine del settecento sul modello degli antichi anfiteatri romani.
- il Casino Borghese, eretto da Giovanni Vasanzio nel 1613 per il Cardinal Scipione ed all'interno Museo e Galleria Borghese, "la regina della raccolte private del mondo".
- il Giardino Zoologico, che impiantato nel 1911 secondo i criteri di C. Hagenbeck di Ambergo, e notevolmente ampliato nel 1935, occupa circa 17 ettari di un terreno accidentato che si presta ottimamente, con opportuni accorgimenti, per presentare gli animali nel loro ambiente naturale e il più possibile liberi. L'ingresso principale è di Armando Brasini, quello di Via Mercadante di Raffaele De Vico. All'interno dello Zoo, oggi trasformato in Bioparco, è il Museo civico di Zoologia.