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Gianicolo

Piazzale Giuseppe Garibaldi - 00165 Roma
Trastevere [R.XIII]
Trastevere [1B]

E' il posto migliore per camminare ed ammirare il panorama di Roma dall'alto.
Lo hanno fatto gli antichi romani, i romantici viaggiatori del '700, i poeti e gli scrittori dell'800 in cerca di ispirazione.

La collina, a 88 metri di altezza, con i suoi 64 metri di dislivello sul fondovalle, si chiama Gianicolo in onore di una antica divinità latina, Giano, che, secondo la leggenda, aveva due facce, una per guardare davanti e l'altra dietro.
Una sorta di dio che protegge chi ha paura di essere pugnalato alla spalle.

La Passeggiata del Gianicolo, grande viale che attraversa tutto il Gianicolo, inizia dalla Fontana dell'Acqua Paola che Flaminio Ponzio e Giovanni Fontana realizzarono per Papa Paolo V (1608-1612), ed è con il Pincio la più bella passeggiata di Roma, realizzata a fine '800 sulle mura di Urbano VIII e aperta sulla città con incomparabili viste.
Lungo i suoi viali busti di marmo ricordano i più illustri garibaldini che hanno difeso, nel 1849, la Repubblica Romana dalle truppe francesi.

In Piazza Garibaldi c'è un cannone che, dal 1904, ogni giorno a mezzogiorno, spara un colpo il cui eco si sente in tutta la città.

Fulcro del percorso è il monumento equestre a Giuseppe Garibaldi (1895) rappresentato nell'atto di rivolgere lo sguardo verso il Vaticano.
Intorno al piedistallo, quattro gruppi in bronzo: l'assalto alla baionetta dei bersaglieri di Lamarmora. L'America con figure del Commercio e dell'Industria. La Battaglia di Calatafimi. L'Europa con allegorie del Genio e della Storia. Sullo slargo la vista abbraccia tutto l'abitato racchiuso nell'ansa del Tevere.

Poco più avanti il vivace monumento equestre ad Anita Garibaldi opera di Mario Rutelli nel 1932. Ai piedi del monumento sono sepolti i resti di Anita, provenienti da Nizza. Proseguendo si incontra il Casino, già Villa Lante, costruita da Giulio Romano nel 1518-27, poi Villa Helbig ed ora sede della Legazione di Finlandia presso la Santa Sede.
Il Panorama di Roma più bello e più completo si gusta presso il Faro, disegnato da Manfredo Manfredi e donato alla Capitale dagli italiani in Argentina, in onore a Garibaldi, e che la sera proietta sulla città fasci di luce tricolore.

Nell'ultimo tratto della Passeggiata si incontra quanto rimane della Quercia del Tasso, colpita da un fulmine. Una lapide ricorda che all'ombra di questa quercia il poeta, vicino a morire, si abbandonava a ricordi e che più tardi San Filippo Neri "si faceva fanciullo con i fanciulli".
Poco oltre l'anfiteatro di gradinate rivolto verso il panorama di Roma, ombreggiato da un filare di pini.
La Passeggiata termina nel Piazzale Sant'Onofrio con quattro lecci, una fontana e la Chiesa di Sant'Onofrio fondata nel 1419 dal Beato Nicola da Forca Palena, degli eremiti di San Girolamo.

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