Trastevere
Adattamento della locuzione latina trans Tibirim (di là dal Tevere).
Rione di Roma sulla riva destra del Tevere, comprendente la pianura tra il fiume ed il Gianicolo a sud della Città Leonina.
Corrisponde alla regione XIV della divisione augustea. Durante il Medioevo, distinto dal rimanente della città, fu congiunto, con l'Isola Tiberina, alla città vaticana.
Nei secoli XIII e XIV fu riunito alla città a formare la XIII regione.
Si estende sull'antica riva Veiente dove si accamparono contro Roma gli Etruschi di Porsenna. Qui la tradizione colloca gli eroici episodi di Orazio Coclide, di Muzio Scevola e della giovane Clelia, qui nel medioevo i baroni reclutavano le loro milizie.
Tra i quartieri romani è quello considerato il più "romano de Roma" per origine e per il carattere dei suoi abitanti, quello che nei monumenti, nella sistemazione urbanistica, negli usi degli abitanti è rimasto fondamentalmente autentico e conserva meglio gli aspetti dell'epoca romana, sopratutto della Roma Papale.
Eppure questa zona di Roma è fin dai tempi di Cesare al Medioevo abitata dai "forestieri": i marinai di Ravenna, addetti a tirare i tendoni sul Colosseo, per riparare gli spettatori dal sole.
I commercianti sbarcati dall'Oriente a Ripa Grande, il porto, ora scomparso, dove arrivavano i velieri dal mare di Roma. Gli ebrei in cerca di una terra amica, i pellegrini, che approdavano nei pressi dell'Isola Tiberina, che ne è quasi la porta, attratti dall'attività del porto fluviale affollatissimo di mercatini, prevalentemente stranieri ed ebrei(l'attuale mercato delle pulci che si svolge tutte le domeniche in Porta Portese non è che la perpetuazione degli antichi commerci).
Altri in cerca di assistenza negli ospedali e negli ospizi qui assai numerosi.
Tutt'oggi Trastevere è la meta preferita degli stranieri in cerca del colore locale. Molti snob internazionali hanno trasferito qui i loro pied-a-terre.
Il rione conserva un sapore spiccatamente romano nel dedalo di viuzze, dove nel fitto agglomerato di vecchie e modeste abitazioni si possono notare angoli particolarmente pittoreschi, case e torri medioevali, qualche chiostro quattrocentesco ed un panorama mozzafiato, come quello dalla sommità del Gianicolo.
Per garantire un miglior collegamento con il Vaticano, Bramante disegnò per Papa Giulio II Via della Lungara, ma solo l'era di Roma capitale aggredì la tranquilla compattezza del tessuto edilizio con l'apertura di Viale Trastevere e del Lungotevere.
Nel quartiere oltre alle molte chiese, rifatte per lo più in periodo barocco, le quali aggiungono spesso un tocco vivace al quadro urbanistico, molti caratteristici ristoranti e trattorie all'aperto, le famose Hosterie, dove si possono gustare autentiche pietanze romanesche e rivivere, sopratutto d'estate, l'atmosfera di una vecchia Roma godereccia e strafottente.
Nel mese di luglio vi ha luogo, per vari giorni consecutivi, la popolare Festa de' Noantri, cioè degli abitanti del quartiere, con musiche, canzoni, spettacoli e fuochi d'artificio, mentre liete tavolate sono imbandite all'aperto.
Tra le chiese, due meritano una particolare attenzione:
- Santa Cecilia in Trastevere, per il sito appartato, la sua grazia settecentesca, le memorie della Santa, il mosaico dell'abside ed il bellissimo affresco del Cavallini nell'annesso convento.
Eretta da Papa Pasquale I sulla casa del martirio della Santa martirizzata sotto Marco Aurelio.
- Santa Maria in Trastevere, al fondo della sua bella piazza omonima, centro e cuore di questo popolare quartiere, è non solo la più importante della zona, ma una tra le più importanti di Roma e una delle più antiche del mondo.
La sua costruzione fu iniziata da Papa San Callisto I (217-222) e terminata da Papa San Giulio I (337-352), ricostruita poi da Papa Innocenzo II, Gregorio Papareschi (1130-1143) ed ebbe in seguito interventi da Papa Clemente XI (1702) e da Papa Pio IX (1870), senza subire alterazioni sostanziali.
Secondo la tradizione lo stesso giorno della nascita di Gesù a Betlemme, zampillò nella Piazza "una fonte d'olio" quale preannuncio del Messia, ed in quel punto "magico", ancora indicato con una piccola pietra rotonda, vicino all'altare, fu realizzata la chiesa, che è anche chiamata Santa Maria Fons Olei.
Al centro della Piazza c'è una fontana che esiste dal tempo di Augusto, nel 1500 il Bramante la ricostruisce e la sposta davanti alla chiesa, ma il Bernini, nel 1660, la rifà rimettendola al suo posto dove si trova oggi.
La fontana contrasta, con il suo impianto scenografico rinascimentale, con l'insieme del quartiere il cui fascino è soprattutto nell'architetture "povera" delle sue case e nel dedalo dei vicoli plebei che circondano la Piazza.
Nella Piazza di Trastevere Vittorio De Sica ha girato nel 1948 la principale scena del famoso film neorealista Ladri di biciclette.
L'estremità settentrionale del quartiere ai piedi del Gianicolo è un angolo di Rinascimento. Vi si ammirano il sontuoso palazzo Corsini (sede originaria della Galleria Nazionale d'Arte Antica) e soprattutto la Farnesina, impareggiabile gioiello rinascimentale sia per la sua architettura sia per la decorazione dovuta a Raffaello ed altri grandi del primo cinquecento.
Non poteva mancare, in un quartiere così caratteristico, il ricordo ai due Poeti Romani: Belli e Trilussa, che tanto lustro hanno dato a Roma, che li ha ricordati elevandogli un monumento.
Giuseppe Gioacchino Belli, il primo ed il maggiore dei Poeti, nasce a Roma, nel palazzo sito tra la Piazza del Teatro Valle e la Piazza Sant'Eustacchio, il 7 settembre 1891.
Grande poeta e fondatore, nell'anno 1813, dell'Accademia Tiberina, scrisse per tutta la sua vita poesie nella lingua italiana, seguendo i vecchi moduli arcaici, e solo nel ventennio 1830-1849 si dedicò al dialetto romanesco, scrivendo 2279 sonetti, la cui pubblicazione, avvenuta postuma, gli ha dato più fama di ogni altro suo scritto.
Con i suoi sonetti in dialetto di satira spregiudicata e demolitrice, non solo ha descritto in modo autentico la articolata e complessa vita di una Città, ma è riuscito con le sue opere a rendere molto bene quali fossero gli ideali e le condizioni politico-sociali del popolo romano in quegli anni, tra papi e popolani, monumenti splendidi ed interni poverissimi.
Nervoso, iracondo, sempre in cerca di nuovi impegni che successivamente abbandonava, sempre preoccupato di questioni economiche, negli ultimi anni della sua vita, divenne misantropo, bigotto e pedante censore teatrale. Durante gli avvenimenti del 1848 fu intransigente sostenitore di quel Governo Pontificio che nei suoi sonetti ne aveva descritto le magagne. Morì a Roma nel 1863.
Il Poeta viene ricordato annualmente il giorno della sua nascita con una semplice, ma essenziale manifestazione: una corona viene deposta ai piedi del suo monumento, e un piccolo spettacolo, col la lettura di sonetti romaneschi, viene organizzato sulla Piazza di Trevi, di fronte alla Fontana di Trevi, in ricordo del fatto che proprio nel Palazzo Poli il Belli scrisse molti delle sue opere.
Trilussa è il secondo dei Poeti Romani; nato nel 1871, a Roma, vi morì nel 1950; Trilussa, al secolo Carlo Alberto Salustri, è un pseudonimo ottenuto anagrammando il suo cognome.
Iniziò la sua carriera poetica scrivendo sonetti di stile "belliano" sul "Don Chisciotte" e sul "Messaggero", ma solo nel 1895 pubblicò la sua prima raccolta di "Quaranta sonetti romaneschi". In seguito, dopo aver pubblicato una seconda raccolta di sonetti, iniziò un'evoluzione, affinandosi ed elevandosi di tono, ed al tempo stesso semplificando il lessico da dialetto ad inflessione.
Il Poeta, con i suoi sonetti, concentra la sua cronaca sulla Roma borghese, cogliendo il contrasto fra apparenza e verità della vita e della società, descrivendo situazioni, figure e macchiette con il suo spirito caustico, scettico e insieme caricaturale con momenti di malinconia.
Piazza Trilussa, che si apre sul Lungotevere in corrispondenza del Ponte Sisto, è ornata dalla seicentesca fontana dell'Acqua Paola, detta "Fontana di Ponte Sisto". La Fontana, a forma di edicola, con una nicchia tra due colonne ioniche, fu realizzata nel 1613 da Giovanni Vasanzio con la collaborazione di Giovanni Fontana per la parte idraulica, ed eretta in Via Giulia; nel 1898 fu trasportata nella attuale piazza.
Al centro della Piazza una bellissima fontana ottagonale risalente al tempo di Augusto, eretta per volere di Papa Nicolò V in occasione del Giubileo del 1450; restaurata da Carlo Fontana nel 1694, fu spostata davanti alla chiesa e successivamente, nel 1873, totalmente ricostruita e riportata al centro della Piazza.